la Repubblica, 10 maggio 2023
La D’Adamo in corsa per lo Strega
Una domanda frequente sta movimentando il premio Strega a un mese dalla semifinale del 7 giugno. Una domanda apparentemente innocua ma che in realtà arriva come una scossa inaspettata: Ada d’Adamo può vincere? La scrittice non c’è più, il cancro di cui racconta nel suo libro con una lucidità che strazia non le ha permesso di godersi questa avventura. È morta a 55 anni lo scorso primo aprile, appena in tempo per sapere di essere stata seleziona tra i dodici finalisti. Come d’aria (elliot), il memoir feroce e pieno di grazia in cui racconta la sua malattia e la vita con Daria, la figlia cerebrolesa, e con Alfredo, il padre di Daria, va aumentando di giorno in giorno le sue quotazioni. Due giorni fa un reading al Teatro Argentina di Roma, platea piena e tra il pubblico il direttore della Fondazione Bellonci che organizza il premio, Stefano Petrocchi, e Melania Mazzucco, presidente del comitato direttivo.Non siamo anime belle, sappiamo come funziona il meccanismo stregato. Editori potenti, sponsor importanti, cordate, la giuria dei 400 Amici della Domenica, molti legati a doppio filo alle major eccetera eccetera. Ma siccome questo libro già in sé è un piccolo miracolo perché non ipotizzare l’impossibile, che un editore indipendente scali la montagna e che il romanzo di un’esordiente arrivi a sfidare la superfavorita Rosella Postorino (Mi limitavo ad amare te,Feltrinelli) e la candidata di Mondadori, Romana Petri (Rubare la notte). Stavolta non si tratta solo dell’onda emotiva, ma di un romanzo che si sta facendo notare grazie alla sua qualità letteraria. Tra l’altro ha vinto il Premio speciale Flaiano per la narrativa.E se questo fosse l’anno zero dello Strega? Se fosse l’anno del pensiero magico, quello che a partire da un imprevisto doloroso segna un nuovo inizio? Ada d’Adamo cita nel suo libro Joan Didion: «Un giorno ti siedi a tavola e la tua vita non è più la stessa». Di fatto il regolamento del premio non vieta di premiare il libro di un autore scomparso. È già successo: nel 1959 con Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nel 1995 con Mariateresa Di Lascia e il suo Passaggio in ombra e nel 1986 conRinascimento privato di Maria Bellonci, la scrittrice che ha inventato la polveriera dello Strega. Più difficile semmai che un piccolo editore si faccia largo in acque dominate da cetacei giganti. Bello però provare a immaginare una fanta-finale combattuta. Come d’aria è partito in sordina, pochissime copie stampate quando è arrivato in libreria lo scorso 13 gennaio, “già perfetto” dicono, ma poi ha spiccato il volo: a oggi ha venduto 15 mila copie, tanto che l’editrice, Loretta Santini, ne parla ancora incredula come di «un piccolo prodigio, un libro che tira fuori il meglio delle persone, come per magia».Ada sapeva di avere poco tempo, doveva scrivere in fretta perché il tumore correva veloce. «Non mi aveva detto che stava scrivendo un romanzo», racconta a Repubblica Alfredo Favi, suo marito, il padre di Daria. «Fino a quando un giorno me lo ha mandato per mail dicendomi che era un suo libro. Stavo andando a Napoli per lavoro e ho pensato senza troppo entusiasmo, lo confesso, fosse un saggio sulla danza, ne aveva scritti altri in passato. Ma aprendolo, mi è bastato quell’incipitSei Daria. Sei D’aria per capire che parlava di nostra figlia, di noi. Era notte, sono andato avanti a leggere fino alle cinque di mattina, piangendo a dirotto». Alfredo racconta che per anni Ada ha preso appunti su sé, su Daria, sulle visite mediche, sui libri letti, «fino a quando la sua analista le ha consigliato di trascriverli su fogli e il libro ha iniziato a prendere forma».Mario Martone, che era al funerale e sul palco al teatro Argentina, ha paragonato la scrittura di Ada d’Adamo a una danza: «Certo, era una studiosa. Ma non basta. Era una danzatrice. Anche leggendo Come d’aria mi sono trovato a vedere in trasparenza la scrittrice e la danzatrice, e ne abbiamo parlato». Martone aveva coinvolto Ada nella redazione della rivista La porta aperta, una delle tante iniziative della stagione al Teatro di Roma. Elena Stancanelli – tra i trenta lettori coinvolti nel reading – ha candidato Come d’aria allo Strega, un «memoir sfolgorante per intelligenza, coraggio, misericordia». Leonetta Bentivoglio su Robinson ne aveva scritto prima che la macchina stregata si mettesse in moto ammirandone l’intensità. Ada d’Adamo ha messo tante cose dentro 125 pagine: Daria nella sua dolorosa bellezza, l’amore e le sue complicazioni, gli alti e bassi con Alfredo («so di averla fatta soffrire», ci dice), il linguaggio medico e tecnico e quello poetico, Roma, struggente nel suo sfacelo («nelle prime ore del giorno, Roma appariva in tutta la sua desolazione di latrina»). Non si arriva a un libro così senza studio. Letture, esperienze accumulate. La danza, come ballerina e studiosa autrice di saggi, il teatro, al Romaeuropa Festival e con Mario Martone, l’editoria per ragazzi come editor per Gallucci. «Era sempre un passo indietro», dice Alfredo. «Era fatta così, tendeva a defilarsi». Come d’aria verrà presentato al Salone di Torino in un incontro con Daria Bignardi il 19 maggio. Nelle tappe del tour Strega invece si alterneranno a staffetta l’editrice e scrittori che la conoscevano e la stimavano.La scrittriceAda d’Adamo è morta lo scorso primo aprile. era nata ad Ortona, in Abruzzo, nel 1967.Come d’aria(elliot) è il suo romanzo d’esordio