Avvenire, 10 maggio 2023
Imparare la matematica con i lego
La matematica? Un gioco da bambini. È lo spauracchio di generazioni di studenti, ma adesso la matematica si può imparare anche attraverso il gioco. Un mattoncino alla volta. L’idea è venuta a Exor che, attraverso la Fondazione Agnelli e in collaborazione con il Politecnico di Torino e The Lego Foundation, ha realizzato Matabi, progetto di didattica innovativa per facilitare l’apprendimento della matematica ai bambini e, soprattutto, alle bambine di terza e quarta primaria. Tra gli obiettivi dell’iniziativa, presentata ieri a Napoli nella scuola Quarati, c’è infatti il contrasto al divario di genere, che vede le ragazze penalizzate nell’approccio alle materie Stem. Se in Italia le donne rappresentano il 60% dei laureati, appena il 16% ha una laurea in ambito scientifico (contro il 35% dei maschi). Alla fine della scuola primaria, questo svantaggio in matematica si traduce, per le bambine, in sette mesi di minor scuola, che arriva a un anno al termine delle superiori. Da qui, dunque, l’urgenza di un approccio diverso e innovativo alla materia, attraverso kit di mattoncini Lego forniti alle scuole partecipanti. Al momento, Matabi è attivo in 88 classi di diverse città italiane, di cui trenta nell’area metropolitana di Napoli. L’obiettivo di Fondazione Agnelli è diffondere Matabi nel maggior numero possibile di scuole. «C’è tanto talento e tanta curiosità nei nostri studenti e soprattutto nelle nostre studentesse anche per le materie scientifiche – ha sottolineato il Ceo di Exor e presidente di Fondazione Agnelli, John Elkann, presentando il progetto –. Con Matabi possiamo alimentarli un passo alla volta, un mattoncino colorato dopo l’altro, usando il linguaggio semplice e universale del gioco».
Intanto, sul preoccupante fenomeno della fragilità degli apprendimenti, è intervenuto ieri, in audizione al Senato, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, sottolineando come «la dispersione scolastica ha un impatto importante sulla società nel suo complesso e può avere un effetto negativo rilevante anche sulla crescita economica del Paese».
La lettura congiunta dei dati sulla dispersione scolastica classicamente intesa (12,7%) e su quella implicita (9,5%) mostra che, a livello nazionale, la popolazione studentesca che si trova in condizione di fragilità degli apprendimenti si attesta a oltre il 20 per cento, un giovane su 5, ha ricordato il ministro. «L’obiettivo che impone il Pnrr è ridurre la percentuale di 2,5 punti, evitando quindi che nei prossimi anni circa 470mila giovani abbandonino la scuola prima del diploma», ha ricordato Valditara. Sottolineando che l’Italia ha comunque «conseguito risultati importanti», se la dispersione è passata dal 37,5% del 1992 all’attuale 12,7%.