la Repubblica, 10 maggio 2023
Guccini e il paese in fuga dalla Toscana
Al “Caffè della piazza” non tuttisono con il sindaco. «Io voglio restare dove sono — dice Igor, il barista — Non c’è motivo di fare un referendum, ci sentiamo toscani. Il medico? Beh, intanto risponde sempre al telefono e se proprio è necessario viene anche a casa a visitare». Interviene il signor Sergio Bonaiuto, un pensionato: «E poi se lo chiami per le medicine, vai in farmacia e le trovi già pronte». Cioè ti sposti in un esercizio che ha un altro nome molto didascalico: Farmacia del Ponte. Del resto è praticamente accanto al confine. «Sì certo, ci siamo organizzati col dottore ma comunque questa situazione è un cruccio per tutti noi — dice la titolare, Silvia Rizzi — Però neanche io voglio andare di là». A Pavana c’è chi ironizza sul sindaco che vive in Emilia («perché da quella parte l’illuminazione pubblica funziona») ma pure chi vuole andare spedito al referendum: «La questione identitaria non è prevalente, qui parliamo di servizi», dice Mario.
E chi vuole entrare in Emilia ha dalla sua parte anche uno dei cantautori italiani più importanti, che ha sempre rivendicato, anche artisticamente come musicista e come scrittore, le sue radici di Pavana. «Sarebbe senz’altro una questione di buon senso il passaggio di Sambuca e di Pavana all’Emilia Romagna — spiega Guccini — Se non altro perché semplificherebbe la vita ai residenti. Avremmo di sicuro meno disagi dal punto di vista burocratico, ad esempio. Culturalmente siamo più legati alla Toscana per certi versi, ma oggettivamente siamo più vicini all’Emilia come collocazione geografica».