la Repubblica, 10 maggio 2023
Parla l’operaio di Elly Schlein
Ha fatto più l’operaio “Cerasella” da Castellammare di Stabia, col gesto politico di infilare la sua divisa di lavoro sulle spalle di Elly Schlein, che le analisi sull’addio di un dem liberal alla Cottarelli, o i commenti in difesa della leader Pd che si avvale dell’esperta per lo shopping.
«Segretaria, il blu ti dona. Sarò il tuo armocromista», manifesto programmatico. Tutti a ridere.
E poi lei, Rosario Longobardi,nome di battaglia “Cerasella”, operaio e figlio di operaio, non pago dello show, l’ha presa anche in braccio come Benigni con Berlinguer.
«Se è per questo, mi è scappato anche un casto bacetto sul collo. Ho visto che lei era contenta di sentire fiducia e compattezza di un gruppo di operai, dentro una comunità storicamente legata alle battaglie del Pci. Ci siamo chiamati “compagni”:con lei, con Sandro Ruotolo. Ma era tutto sincero».
Lei ha sostenuto Schlein dal primo momento?
«Sì, sono uno di quelli che crede in lei da quando l’ha sentita parlare, ho spinto i compagni a iscriversi, a votarla».
Perché, con parole semplici?
«Perché Schlein è giovane, ma molto preparata. Ama la politica, ma non ha bisogno del compromesso coi vecchibig. Ascolta, ma sa parlare chiaro e decidere. E soprattutto: ha messo il lavoro, i giovani, e l’innovazione in cima a tutto».
Lei da quanti anni lavora in Fincantieri? In che ruolo?
«Adesso sono “capo protocollo”, stoall’Assistenza, controllo i ponteggi che servono a costruire le navi. Ho 44 anni, tre figli, sono nonno...»
Di già?
«Della splendida Ludovica, neanche due mesi, nata il giorno di primavera, 21 marzo. Ma io stesso fui precoce: a 19 anni ero papà, perciò cominciai in Fincantieri, dove c’era anche mio padre. Ma qui non c’era posto, fui costretto a emigrare: facevo mille chilometri, da Castellammare a La Spezia. Mi ricordo tutto del primo giorno: lunghissimo viaggio in treno, arrivai di notte, in strada solo prostitute che mi chiamavano. Ero scugnizzo, ma salutai e filai via».
Il suo stipendio, oggi?
«Circa 1500 euro».
E lei non fa una piega a realizzare che l’armocromista può costare fino a 300 euro l’ora?
«È il mercato, bellezza. Non mi scandalizza. Capisco che ci sia chi non ha tempo, chi non sa scegliere: e si rivolge a una persona che ha studiato e ha elaborato una sua professionalità. Però c’è un motivo se mi sono offerto di farlo gratis: la segretaria risparmia; e la nostra tuta blu nostra con le sue sneakers bianche erano un accostamento perfetto. Si dice così?»
Lei era lontano dal Pd?
«Sfiduciato e sospettoso, ormai da alcuni anni . Mi iscrissi ai dem nel2009. Le cadute ci sono state, negli anni, a più livelli. Sul piano locale, ad esempio, seguo un amico che sta nel partito da una vita, Nicola Corrado, poi ho visto che non lo hanno aiutato nelle amministrative e mi sono allontanato. Per andare ai vertici: fu una delusione bruciante la parabola di Renzi. Anche lui era giovane, in gambissima, sembrava libero.
Eravamo carichi come adesso con Schlein. Ma sono troppo diversi».
Non rischia delusioni, insomma?
«Credo proprio di no. Ma se fosse, malauguratamente: non bisogna mollare mai, ma provare, riprovare».
Quindi lei non ha mai “tradito”: coi 5S, con l’astensione?
«Mai astenersi. Come hanno fatto quei milioni di ingenui che restando a casa hanno dato potere ai poteri forti. Io, al limite, votavo a sinistra del Pd. I 5S non li ho votati, ma credo che Conte sia una bella persona, mi ispira fiducia».
Quindi, tifa per l’alleanza tra Schlein e Conte?
«Sì, i 5S hanno fatto cose giuste negli ultimi governi. Sarebbe un ottimo accostamento».