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 2023  maggio 10 Mercoledì calendario

Intervista a Roberto Formigoni

«Il 60% di astensionismo alle ultime elezioni nelle due regioni più importanti d’Italia mi fa paura: vuol dire che c’è una profonda delusione da parte degli italiani, per questo mi sto dedicando a preparare una scuola di politica». Per l’ex Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, che sta finendo di scontare la sua condanna per corruzione, per la quale è in affidamento ai servizi sociali fino a marzo 2024, la passione politica non è mai scemata. E anche se nega di voler correre al fianco di Fratelli d’Italia per il Parlamento europeo, come trapelato da alcune indiscrezioni degli ultimi giorni, ieri ha incassato il primo endorsement dall’attuale governatore lombardo Attilio Fontana, che sull’ipotesi ha detto: «È stato un ottimo presidente della Regione ed è stato sicuramente un politico di vaglia. Credo sarebbe un arricchimento per tutti».
Formigoni, quindi non si candida alle prossime europee?
«Non intendo farlo anche se sto subendo un’amichevole pressione da tante persone: la vicenda è chiusa».
Come risponde alle parole di Fontana?
«Mi fanno piacere, con lui ho un ottimo rapporto, così come con tutti i leghisti, del resto ho governato con loro 13 anni. Solo con Bobo Maroni non l’ho avuto. A Umberto Bossi ho riconosciuto ad esempio il merito storico di aver tirato fuori dai cassetti polverosi dei nostri archivi il federalismo».
Cosa pensa della riforma sull’autonomia?
«Mi dispiace per il povero ministro Roberto Calderoli, ma non sa spiegare l’autonomia: se sapesse farlo le regioni del Sud sarebbero le prime ad approvarla, invece sembra sia una "cosa del Nord", per privilegiarlo. È invece un modo per permettere a ogni Regione italiana di camminare secondo il suo passo».
Ci dica di più di questa scuola politica, il passo successivo potrebbe essere un nuovo partito?
«No, è proprio una scuola, tanto è vero che qui da me vengono persone da tutti i partiti, non solo del centrodestra, ma anche del centrosinistra, come l’ala moderata del Pd. Anche lì c’è ancora qualche moderato nonostante Elly Schlein e infatti mi raccontano che stanno soffrendo molto».
Cosa risponde a chi la vede come il possibile traghettatore dei delusi che da Fi vogliono confluire in FdI?
«Io ho militato 15 anni in Forza Italia, poi ho subito anche dei torti da loro, ma la nuova linea più governista mi piace e nel mio piccolo sto lavorando affinché si rafforzi l’unità tra i partiti del centrodestra. Ci deve essere dialogo e collaborazione anche perché non credo al partito unico».
Sul presidenzialismo è d’accordo?
«Sì lo sono ma le riforme non si possono fare da soli, è sbagliata come impostazione politica perché si tratta di toccare qualcosa che riguarda tutti e quindi è giusto coinvolgere le minoranze. Inoltre, chi ha fatto le riforme da solo ha sempre perso nei referendum».
Come giudica le mosse della Presidente del Consiglio in questo senso?
«L’atteggiamento di Giorgia Meloni che vuole confrontarsi con tutti mi sembra ottimo. Mi fanno poi piacere le posizioni di Renzi e Calenda, che hanno detto di voler andare avanti nel confronto, almeno una parte dell’opposizione si mostra saggia. Ora però devo andare...».
Perché?
«Sto leggendo il libro della ministra Eugenia Roccella "Una famiglia radicale", l’ho appena iniziato. Sono un suo amico ed estimatore, abbiamo un rapporto di lunga data, siamo stati in Parlamento assieme».