Il Messaggero, 8 maggio 2023
Follower, la cassifica dei più seguiti
Belle, note, capaci di conquistare in uno scatto, che sia per bellezza, stile o talento, comunque sempre con la voglia e la capacità di mettersi in gioco. Sono le donne le vere star di Instagram. A incoronarle, i numeri. Nella top ten dei profili più seguiti al mondo, più della metà è di artiste, attrici, cantanti o influencer. Basta navigare in Rete per rendersene conto. Sul podio, spicca Instagram stesso, con oltre 632 milioni di follower. Ma tra i post più apprezzati, si notano molti nomi femminili, da Ho-yeon Jung, star di “Squid Game” alla virtual girl Imma e tante ancora. E se è vero che sul podio, i protagonisti sono uomini, lo è pure che, analizzando la graduatoria, quel traguardo ha il sapore di un’eccezione. Anzi due: Cristiano Ronaldo è al secondo posto – ma è stato il primo ad abbattere il muro dei 500 milioni di follower: ora ne ha 580 – e Lionel Messi, con 549 milioni di follower, è al terzo. Il resto della classifica vede una “sfilata” di figure femminili. Ecco allora Selena Gomez, con 414 milioni di follower, tra cambi di look, foto posate e scatti più “scarmigliati”. Ed ecco Kylie Jenner, che affascina i suoi 389 milioni di fan con scatti da diva, ora mora, ora bionda, mostrandosi durante pose da modella, in outfit da party, in serate da red carpet e fotografando perfino le sue gigantografie nelle pubblicità in strada, in quello che sembra un gioco di metateatro. Più distaccato Dwayne “The Rock” Johnson, con 374 milioni, inseguito da Ariana Grande, con 369 milioni, che gioca con look e atmosfere a favore di camera.LE POSEBellezza e stile sono elementi ricorrenti, sia nelle narrazioni delle star, sia tra le ragioni del successo dei profili più seguiti. Lo sa bene Kim Kardashian, con 354 milioni, tra foto scultoree, dettagli di abiti e silhouette. E, nella top ten, è entrata anche Khloé Kardashian, che con 305 milioni ha strappato la decima posizione a Justin Bieber, che di follower ne ha “solo” 288 milioni. In un gioco di rimandi tra sorelle, la fama e i follower aumentano. In nona posizione, Beyoncé, con 307 milioni.Le ragioni di questo “strapotere” femminile sono molteplici: bellezza, narrazione, capacità di raccontarsi in uno o più scatti. «Su Instagram spiega Anna Maria Giannini, docente di Psicologia all’ateneo romano La Sapienza le influencer funzionano molto proprio per il tipo di comunicazione, chiara e diretta che, attraverso l’immagine, propone modelli di persone di successo. Il linguaggio visivo è primario, colpisce con colori, abiti, setting. Ed è efficace. A determinare il riscontro, sono anche i temi: le donne trattano stile di vita, moda, gestione della quotidianità, argomenti molto sentiti. Sono settori diversi da quelli degli uomini, più incentrati su sport e vita al maschile».Un aspetto fondamentale da considerare è la varietà della platea. «Non sono solo uomini a seguire i profili femminili, ci sono molte donne, che si identificano con quelle star, vogliono capire di più, sognano di essere come loro. Pensiamo a Chiara Ferragni: propone non solo moda e make up, ma uno stile di vita e ora dedica grande spazio alla famiglia. Mette insieme più valori. Poi, certo, ci sono anche gli uomini affascinati dalla bellezza».LA CLASSIFICAGuardando oltre la top ten, il risultato non cambia, anzi, la classifica si conferma più rosa, con Kendall Jenner, Taylor Swift, Jennifer Lopez, Kourtney Kardashian ecco che torna il web-potere delle connessioni familiari – Nicki Minaj. Insomma, nelle prime dieci posizioni, solo tre sono maschili. E nelle prime venti, a confermare il trend, con Bieber, Virat Kohli e Neymar, si arriva a sei. Andando avanti, le proporzioni non cambiano. Attenzione, però. «Questa superiorità femminile sul social riflette un retaggio culturale del passato, che associava alla donna la dimensione di immagine, bellezza, seduzione, fascino, non richiedendo lo stesso all’uomo commenta Nicola Ferrigni, sociologo della Link Campus – Dunque, la scelta di raccontarsi tramite foto, per una donna, può finire per confermare gli stereotipi di genere, trasformando quella che può sembrare una vittoria quantitativa in una sconfitta. Così, i social, neutrali per identità, finiscono per farsi gabbia».