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 2023  maggio 07 Domenica calendario

la rivoluzione della lavagna bianca

Dalla luce e dall’ombra, dal bianco e dal nero, ebbe origine la pittura. Così raccontava Plinio il Vecchio. Precisava che nei vasi greci le figure nere che spiccano su fondo bianco apparvero prima delle figure rosse, tipiche dello stile classico.

I greci ne attribuivano l’invenzione alla figlia di Butade Sicionio, vasaio a Corinto: «Presa d’amore per un giovane, e dovendo quello andar via, la figlia del vasaio tratteggiò i contorni della sua ombra, proiettata sulla parete dal lume di una lanterna».

Plinio riconduce a questa invenzione anche l’arte del modellare in creta. Il primo a praticarla fu lo stesso Butade: «Sulle linee tracciate dalla figlia impresse l’argilla, riproducendo il volto del giovane. Fattolo seccare con gli altri oggetti di terracotta, lo mise in forno. E tramandano che fu conservato nel Ninfeo, finché Mummio non distrusse Corinto».

Sostiene Alain Badiou che tra le grandi rivoluzioni del Novecento ce n’è una che quasi nessuno ha notato: la lavagna bianca che ha soppiantato la lavagna nera, e il pennarello nero che ha rimpiazzato il gesso bianco. Un rapporto, come quello tra la lavagna nera e il gesso bianco, che andava avanti da secoli, non può essere rovesciato senza conseguenze, lamenta il filosofo. E si rammarica che nessuno ne abbia finora misurato gli effetti pedagogici, psicologici, sociologici, per non dire politici o addirittura economici.

Badiou compiange il povero studente interrogato alla lavagna, che, «dopo aver fatto penosamente scricchiolare il pennarello nero sulla superficie immacolata, cerca di cancellare con una spugna sporca e impotente i propri illeggibili graffiti e, una volta esaurito il pennarello nero, ricopre quegli oscuri e mal soppressi errori soccorrendosi con esotici strumenti: pennarelli rossi, blu, o addirittura gialli e verdi».

Badiou li giudica colori spaventosi. E conclude che, a scuola, un rovesciamento di tali dimensioni pregiudicherà senza dubbio la trasmissione sulla lavagna delle sillabe di un verso alessandrino o delle radici di un’equazione di secondo grado. Così come in geometria, un rovesciamento può trasformare un cerchio in una retta. Immagina, Badiou, che il cerchio nero sulla lavagna bianca diventi una retta gialla. Immagina che lo scolaro, abituato al familiare vecchio contrasto tra lavagna nera e gesso bianco, o tra cerchio e retta, «potrà dire di aver osservato con i propri occhi come in geometria un rovesciamento possa cambiare il nero in giallo».
(da: Lauretta Colonnelli La vita segreta dei colori Marsilio)