Il Messaggero, 7 maggio 2023
Come si arriva al prezzo della pasta
ROMA Dal grano raccolto dagli agricoltori al pacco di pasta sullo scaffale al supermercato il prezzo aumenta di valore anche di 10 volte. Sono una quindicina i passaggi che portano uno dei cibi più importanti per l’alimentazione italiana a costare fino a 1,50-2,5 euro al chilo (anche 3 euro per la pasta più pregiata). Un prezzo, secondo l’Osservatorio del ministero delle Imprese, salito del 17,5% (ben più dell’inflazione) rispetto a marzo 2022, a fronte di un calo del costo del grano del 28,3%.
CHI CI GUADAGNA
Come si arriva a quei due euro in media di costo per un chilo di pasta? Per realizzarlo servono circa 1,40 kg di grano duro (per un costo di 45 centesimi). Dopo la pulizia e la macinazione, la semola viene venduta sui 60 centesimi al kilo. Gli industriali, facendo una media tra chi ha il suo brand e chi vende ai marchi dei distributori, spendono 20/30 centesimi al chilo per i costi diretti (macchinari, energia e mano d’opera), 10/15 per confezioni e imballaggi e altri 20/30 per spese accessorie e di amministrazione. Ci sono poi i costi dei trasporti, che dipendono dalle destinazioni, ma pesano fino al 30%. Dove si nasconde allora la speculazione? Non solo i dettaglianti ma anche pochi grandi stoccatori di grano e mulini, in Italia cinque o sei. Ma la pasta è solo la punta dell’iceberg. Per colpa della speculazione, gli italiani comprano sempre meno. Un calo dei consumi che a marzo ha registrato una gelata su wurstel (-7,6%), bresaola (-5,9%), carne di mucca (-4,4%), insalate e piatti pronti (-4,2%), tonno (-3%) e frutta fresca (-1%). Ma a calare sono stati anche i consumi di assorbenti (-8,9%) e pannolini (-16%). Tutto ciò, secondo il Codacons, ha fatto contrarre gli acquisti di 848 euro a famiglia. E, secondo le associazioni dei consumatori, sarebbero proprio i dettaglianti i maggiori responsabili di questa situazione.