Avvenire, 6 maggio 2023
Turchia, verso il sì alla Svezia nella Nato
La Nato potrebbe presto contare su un membro in più. La Turchia di Recep Tayyip Erdogan sarebbe in procinto di dare il via libera all’ingresso della Svezia, fino a questo momento ostacolato da una policy nei confronti del terrorismo di matrice curda e gulenista che Ankara considerava troppo blanda. Il fronte anti-russo e pro-Ucraina, quindi, sembra arricchirsi di un nuovo, importante Paese, non solo per i suoi standard militari, ma anche perché inserito in una regione, quella del Baltico e dell’Artico, destinata a ricoprire un ruolo sempre crescente negli equilibri geopolitici del futuro. Per quanto, quando si parla di Turchia, non si può essere certi fino all’ultimo su come andrà a finire, una conferma su una disposizione positiva della Mezzaluna è arrivata da Ibrahim Kalin, portavoce del presidente Recep Tayyip Erdogan e uno degli architetti della sua politica estera negli ultimi anni, soprattutto per quanto riguarda i rapporti con l’Occidente. Il diplomatico ha infatti espresso soddisfazione perché il Parlamento di Stoccolma ha adottato una legislazione più vincolante contro il terrorismo. La legge dovrebbe entrare in vigore il prossimo primo giugno. Proprio dalla sua rigidità dipende la velocità con la quale la Turchia accetterà la sua adesione alla Nato. L’annuncio di Kalin arriva a 10 giorni da un voto politico e presidenziale quanto mai incerto. Il popolo turco voterà per il rinnovo del Parlamento e per la scelta del nuovo capo dello Stato. Mai come questa volta, per Erdogan la strada è tutta in salita, anche a causa della condizione economica del Paese, apparentemente prospera stando agli indicatori macroeconomici, ma dove un’inflazione stabilmente sopra il 50%, con punte dell’80% da mesi ha indebolito progressivamente il ceto medio. Recenti sondaggi hanno evidenziato come la politica estera difficilmente potrà portare voti al presidente Erdogan e al suo partito per la Giustizia e lo Sviluppo (Akp). Ma per la Turchia si tratta di un’affermazione internazionale importante, che pone il Paese in una luce diversa davanti al Patto Atlantico. Da quando, dopo lo scoppio della guerra contro l’Ucraina da parte della Russia, Ankara ha posto il veto agli ingressi di Finlandia e Svezia, la Mezzaluna è stata accusata di voler in qualche modo sabotare la Nato e di agire da agente provocatore agli ordini di Mosca. La percezione ha iniziato a cambiare, quando la Turchia ha deciso, lo scorso 30 marzo, la Turchia ha ratificato i protocolli per l’ingresso della Finlandia.