la Repubblica, 5 maggio 2023
Intervista ad Annalisa
Da due anni una donna solista non raggiungeva la top3 dei singoli più venduti. Tocca ad Annalisa Scarrone, in arte Annalisa, che è un caso discografico particolare. Da quando nel 2010 si affacciò ad Amici,sobria e composta, ha navigato costante e a moderata velocità tra certificazioni e presenze sanremesi (cinque), ma senza far rumore. Il botto è adesso, a 37 anni. È passata dalle ballate a far ballare, da essere popolare a spopolare con Bellissima (doppio platino), che va ancora tra le bande di paese e le curve degli stadi, «un sogno» ci dice Annalisa dalla sua casa savonese, mentre il nuovo Mon Amour è virale con la staffetta linguale “Ho visto lei che bacia lui/Che bacia lei che bacia me” da candido triangolo (“La geometria non è un reato” già dal ’78 sorcino). Ha un tiro allaFar l’amore di Sinclair-Carrà, ed è subito “la grande ebbrezza”.
Mon Amour è disco d’oro, tra i più trasmessi in radio, milioni di stream, moltiplicazione dei pani e dei passi nella balera social, perché oggi si può sfuggire ai balli di gruppo degli animatori in spiaggia ma non a quelli su TikTok. Dove è prima. Dark come una Mercoledì Addams trascinata a forza in discoteca, sexy con il caschetto alla Mia diPulp Fiction «e alla Nikita» aggiunge «tutte insieme formano il mio alter ego sfrenato che si disfa delle delusioni». Il sound è più internazionale e su web gli stranieri cominciano a invocare la sua presenza all’Eurovision.
Annalisa, più sorpresa o felice?
«Vince la felicità. È un progetto su cui lavoro da tanto e che mi fa sentire completamente onesta».
Prima non lo era?
«Sì ma a questa maturità si arriva per gradi. Scrivevo in modo metaforico, ora sono diretta. So fare autoironia su una delusione d’amore e non ho più paura di essere leggera o scambiata per una superficiale».
Cos’è cambiato?
«Sono finalmente a fuoco, e mi viene naturale. Vengo da un mondo lontano dalla tv, più underground.
Sono una ragazza di provincia, in piazza andavo ai live di Subsonica, Mau Mau, Africa Unite. Poi per anni ho pescato fra vari generi. Ora ho trovato la mia sintesi tra il mondo elettronico, le grandi voci di Mina e Vanoni, le cantautrici Nada, Alice, Rettore».
Sente diffidenza come cantautrice?
«In Italia c’è l’idea che un cantautore suoni in acustico e tratti temi sociali.
De André è un faro, ma per me sono cantautrici anche Dua Lipa e Taylor Swift. Scrivo, compongo al pianoforte, canto canzoni che fanno divertire. Ma sono multistrato, non spensierate. Hanno una velata malinconia, una leggera disperazione».
Se “Bellissima” rimandava ad “Amore Disperato” di Nada, in “Mon Amour” c’è la Carrà.
«È un’ispirazione. Adoro il suo pop con messaggi sulla libertà di identità. Puoi essere come vuoi, l’importante è non danneggiare gli altri».
Canta “Lei piace sia a me che a te”. La fluidità è stata normalizzata?
«Spero ci sia sempre meno stupore per versi simili. Ricevo messaggi di persone che si sentono rappresentate e ne vado fiera, indipendentemente dal mio orientamento».
Mai stata attratta da una donna?
«Sono etero ma mi pongo domande e non limiti. Tutti sperimentiamo anche solo con l’immaginazione, come in P ensiero stupendo, altro riferimento diMon Amour».
Con chi duetterebbe?
«Mina, inarrivabile. Elisa, Giorgia. O meglio, vorrei fare un progetto collettivo al femminile».
In questa nuova fase, non le spiace che la sua voce spicchi di meno?
«I due brani sono più complessi di quanto sembra, ma mi piace che non si percepisca. Non è necessario fare sfoggio di voce, che serve il racconto e va tirata fuori al momento giusto.
Qui c’è frenesia, isteria romantica, non dramma».
Il disco sarà un concept?
«Sì, uscirà prima del mio live, 4 novembre al Forum di Milano.
Bellissima è il primo capitolo, un appuntamento mancato. Mon Amourè il secondo, la vendetta prima dellaripartenza. Il resto sarà una spirale di cadute e svolte. Cambiare per me è quasi sempre migliorare».
Non era mai stata così provocante e sicura di sé.
«Adesso valorizzo i miei punti di forza. Mi guardo allo specchio e mi vedo. Nel periodo del talent, che tenerezza! Mi truccavano, pettinavano, e non sapevo capire cosa mi donasse e cosa no. Si figuri, ho una mamma che non si è mai truccata».
Suo padre è matematico, lei è laureata in fisica. Rivalità? «Sì ma goliardica. La fisica è applicata,quindi sbagliata dal punto di vista del matematico puro. Per me invece è ricerca creativa, come la musica».
In quale mondo vorrebbe vivere?
«Senza prevaricazione. Basterebbe mettersi nei panni altrui per far nascere una società migliore.
L’ambizione sembra andare di pari passo con la violenza, anche verbale, invece per me cammina con la gentilezza. Arrivare dove vuoi con la gentilezza ha un valore infinitamente maggiore. E più duraturo».
Sicura che sopporterebbe il peso della popstar?
«Sono pronta al salto, anche se molto riservata. Sui social non condivido la vita privata. Ma se la fama è conseguenza del mio lavoro, allora potrei accettare qualche ingerenza in più».
A Sanremo 2024 ci andrebbe come co-conduttrice o partecipante che punta all’Eurovision?
«D’istinto sceglierei la gara, per me il palco è dove cantare. Pensandoci però, l’altra occasione sarebbe, non per autocitarmi: bellissima».