Estratto dell’articolo di Alec Ross per “la Repubblica”, 4 maggio 2023
IL NUOVO AMBASCIATORE AMERICANO A ROMA PUÒ CREARE PIÙ DI UN PROBLEMA ALLA MELONI – COSA C'È DA ASPETTARSI DA JACK MARKELL, L'UOMO SCELTO DA BIDEN PER GESTIRE LE RELAZIONI DIPLOMATICHE IN ITALIA? SECONDO L’EX FUNZIONARIO DEL DIPARTIMENTO DI STATO USA, ALEC ROSS, “BIDEN HA INVIATO A ROMA NON UN ORGANIZZATORE DI RICEVIMENTI, MA UN UOMO DI PESO, ALL’APICE DELLA CARRIERA. LE TENSIONI POTREBBERO SORGERE SUI TEMI SOCIALI, LE POLITICHE SUI MIGRANTI E I DIRITTI DEI TRANSGENDER” -
(Alec Ross insegna alla Business School dell’Università di Bologna ed è stato funzionario del dipartimento di Stato Usa sotto Obama) L’Italia aspettava da due anni la nomina del nuovo ambasciatore americano. Secondo le indiscrezioni doveva essere un ex dell’alta finanza o un anziano parlamentare a chiudere la carriera a Villa Taverna, l’elegante residenza del quindicesimo secolo nel quartiere Pinciano. Dall’ambasciatore ci si aspettava che sorridesse, organizzasse feste e desse lettura di scalette preparate da diplomatici professionisti.
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L’attesa è stata lunga. Troppo. Ma Joe Biden ha ricompensato la pazienza del governo italiano inviando a Roma non un organizzatore di ricevimenti, ma un uomo di peso, ancora all’apice della carriera, che ha in mano un potere reale in virtù dei suoi stretti rapporti con il presidente degli Stati Uniti.
Jack Markell ha ottenuto grande popolarità come governatore del Delaware, di cui Biden è originario, ricoprendo l’incarico per due mandati, otto anni in totale, e costruendo un forte rapporto con il presidente.
Pur governando uno degli stati più piccoli della federazione americana, Markell si è distinto come politico tra i più innovativi e capaci […]
Sembra un accademico quando parla o scrive, citando studi e analizzando in dettaglio le questioni politiche. Traspare il suo background di consulente McKinsey e di manager delle telecomunicazioni.
Ai tempi della crisi in politica estera seguita al disastroso ritiro degli Usa dall’Afghanistan, Biden lo ha chiamato a gestire il programma di insediamento dei rifugiati afghani della Casa Bianca prima di inviarlo a Parigi come ambasciatore presso l’Ocse.
Markell sarà un valido e apprezzato interlocutore per i ministri Giorgetti, Tajani, Urso e Bernini. Le tensioni potrebbero sorgere sui temi sociali. Anni prima che la politica nei confronti delle persone transgender ottenesse attenzione Markell, da governatore, emanò una legge che rendeva reato la discriminazione contro le persone transgender […]
Oltre a guidare le iniziative per aiutare i migranti afghani a stabilirsi negli Usa, Markell si è strenuamente opposto alle politiche di Trump sull’immigrazione, forte della propria esperienza di viaggio nel Sudafrica dell’apartheid negli anni Ottanta. Sulle questioni migratorie le opinioni dell’ebreo Markell sono più simili a quelle di Papa Francesco che della cattolica Giorgia Meloni.
I rapporti bilaterali tra Italia e Usa vedranno alti e bassi, ma la nomina di Markell è segno che l’Italia necessita di un rappresentante serio, con competenze di governo, politica e sicurezza nazionale, che lasci ad altri il compito di stabilire il menù e i posti a sedere alle cene.