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 2023  maggio 04 Giovedì calendario

Harry e lo zio Andrea, i due "ragazzacci" a corte

Il principe Andrea, duca di York, e il principe Harry, duca di Sussex, siederanno su banchi un po’ defilati sabato nell’Abbazia di Westminster all’incoronazione di re Carlo. Si sono messi entrambi in un cono d’ombra con le loro scelte e il loro comportamento, e nei sondaggi risultano i meno popolari tra i Royals: Andrea è ultimo, Harry terzultimo, seguito dalla moglie Meghan. Una nuova biografia scritta da Nigel Cawthorne, in uscita oggi a Londra, esamina le vite di zio e nipote scoprendo che hanno moltissime cose in comune: entrambi sono stati i cocchi di mamma, hanno avuto una vita sentimentale affollata, hanno prestato servizio in guerra per conto della famiglia, sono irriverenti, impulsivi e maleducati. Ne hanno combinate di tutti i colori, ma sono sempre stati perdonati dalle madri. Inoltre, entrambi si sono innamorati di un’attrice americana di secondo piano.
IL RITRATTO
Cawthorne ha chiamato il suo libro "Windsor Spares", riecheggiando il titolo della biografia di Harry. Come fratelli minori sono stati una riserva, ma ne hanno largamente approfittato per fare ciò che gli pareva. Una volta Harry propose al fratello di correre in go-kart sull’impeccabile prato della residenza di Carlo a Highgrove. «Non possiamo farlo, perché papà impazzirà», gli aveva detto William. «Non importa aveva risposto Harry -: io posso fare quel che mi piace perché non sarò re. Sei tu quello che non può». Andrea la pensava allo stesso modo. Da piccolo, il padre Filippo lo aveva battezzato "The Boss", perché già allora era prepotente. Una volta il duca di Edimburgo andò a una prima cinematografica con un occhio nero e gli chiesero che cosa gli fosse capitato. «È stato il boss» aveva risposto lui, e tutti avevano creduto che si riferisse alla Regina. Ma era stato Andrea.
Ken Wharfe, guardia del corpo di Lady Diana, ha raccontato che riuscì a deviare per tempo un pugno di Harry diretto al suo inguine. La madre non lo rimproverava mai. Anche Elisabetta era sempre tenera con Andrea, il suo prediletto. Gli perdonò di avere sparso una polvere urticante nelle sue lenzuola e di avere nascosto sulla sedia della nonna, la Regina Madre, un cuscino che faceva rumori sconvenienti. Elisabetta si divertì persino il giorno in cui c’erano le corse di cavalli in tv, e Andrea si arrampicò fino sul tetto di Buckingham Palace per distruggere l’antenna.
A scuola, sia Andrea che Harry sono stati un disastro. Pensavano più a divertirsi che a studiare, e alla vigilia degli esami leggevano i fumetti. A Gordonstoun, la scuola di Filippo e di Carlo, i compagni ricordavano Andrea come quello «che si dava le arie da principe»; a Eton, dove hanno studiato i figli del Re, Harry era perennemente in competizione con il fratello, di cui già allora si sentiva "il secondo". Per attenuare la sua frustrazione, metteva libri in equilibrio sulle porte perché cadessero in testa ai professori e prendeva a calci le finestre. Era come un petardo, ha detto un suo insegnante.
Harry non era nato quando Andrea andò a combattere alle Falkland, ma si faceva raccontare dallo zio le avventure di guerra sognando di diventare anche lui un soldato. Ci è poi riuscito in Afghanistan, tenendo persino il conto degli uomini uccisi. Le maniere di Andrea, dicono quelli che gli sono stati vicini, sono terribili: è prepotente e altezzoso, come ha dimostrato anche nella tragica intervista tv sul suo amico, il pedofilo Jeffrey Epstein. Harry si è ritagliato l’immagine di cattivo ragazzo, confessa di avere assunto droghe, di provare piacere a rotolarsi nel fango e a sparare, ce l’ha con tutti ed è sempre arrabbiato.
Le americane devono esercitare un particolare fascino sui Windsor, perché ne hanno conquistati tre: Wallis Simpson il re Edoardo VIII, Koo Stark Andrea e Meghan Harry. Andrea conobbe Koo al Tramp Club di Londra nel 1981, ma non gliela lasciarono sposare a causa di un film un po’ troppo osée che lei aveva girato, intitolato Emily. Quasi quarant’anni dopo le scene sexy girate da Meghan in Suits (e in altri filmetti) non hanno più avuto nessuna importanza.