Il Messaggero, 4 maggio 2023
Biografia di Anna Bolena
È un brumoso mattino del maggio 1536, a Londra. Il 19, per la precisione. In giro c’è agitazione, benché non per un motivo lieto. Gli inglesi si preparano infatti a un accadimento inimmaginabile. E chi riesce ad assistervi si trova davanti a un drammatico spettacolo.Una donna con un abito damasco grigio e una sottoveste rosso cremisi, sulle spalle una mantella di ermellino dal cappuccio calato, attraversa lentamente il cortile della Torre. Vicino a lei, avanzano quattro dame di compagnia. Davanti a loro si erge un patibolo coperto di paglia e stoffe scure. Subito dopo c’è una piccola cappella, detta di san Pietro in Vincoli.IL PATIBOLOGiunta al patibolo la donna sale la scaletta, aiutata da William Kingston, il suo carceriere. Intorno si accalcano molte persone, entrate prima che i cancelli fossero sbarrati. La dama parla agli astanti, domanda di pregare per lei, per il sovrano, per coloro che hanno deciso la condanna, fra cui c’è anche suo zio, il duca di Norfolk. Ribadisce di essere innocente. Poi rivolge parole di ringraziamento alle gentildonne e si gira verso il boia, lo perdona, gli porge una saccoccia di monete da dare ai poveri. Si abbassa il cappuccio, sotto il quale porta una cuffietta bianca che le copre i lunghi capelli neri, e si sfila il mantello. Rabbrividisce, rivolge un pensiero alla sua bambina dai capelli rossi, che non rivedrà più. Una delle accompagnatrici le mette una benda sugli occhi e lei si inginocchia, diritta come un fuso.Il boia, chiamato dalla Francia per compiere con la massima professionalità quel compito – è accaduto spesso, nella storia delle decapitazioni, che un carnefice inesperto o improvvisato abbia colpito più e più volte il collo della vittima con la scure, facendo patire un’orribile agonia – la distrae per un attimo, fingendo di rivolgersi al suo assistente. Invece è vicino a lei, abbassa la spada sul collo e fa cadere di netto la testa di colei che è stata per breve tempo sovrana d’Inghilterra. E per sposare la quale il re aveva compiuto uno scisma nel 1534, rompendo clamorosamente con Roma e il cattolicesimo, proclamandosi capo supremo della Chiesa anglicana. Ovvero Ann Boleyn, in italiano Anna Bolena. Il cui motto era stato, imprudentemente, The most happy, la più felice.LA BALLATAAutore della romantica ballata If love now reigned, “Se ora regnasse l’amore”, dal 1526 Enrico VIII aveva iniziato a corteggiare la bella dama, la quale però gli si negava, seguendo una strategia precisa. «Mia signora e amica, il mio cuore e io stesso siamo nelle vostre mani» le scriveva appassionato il monarca, nato nel 1491. Alla fine Anna – nata intorno al 1500 – aveva ceduto, certa che lui l’avrebbe sposata, se fosse rimasta in stato interessante. Il matrimonio di Enrico con la spagnola Caterina, figlia di Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, non aveva infatti portato i frutti sperati; non era arrivato l’erede. C’era solo una femmina, Maria, la futura Bloody Mary. Il re scalpitava, ma Caterina d’Aragona respingeva l’annullamento. Anche il papa, alla fine, avrebbe rifiutato di concederlo.I DECRETIAllora Enrico aveva forzato la mano, imposto numerosi Atti fra cui la Sottomissione del clero, sposando Anna nel dicembre 1532. La querelle con il papato era continuata, il monarca era stato scomunicato e aveva risposto con l’Atto di Supremazia, Act of Supremacy. Ma le ragioni dello scisma erano anche politiche, sociali ed economiche. Il 7 settembre 1533 era nata Elisabetta, mentre le fortune di sua madre andavano declinando. Anna aveva avuto diversi aborti, il maschio non era arrivato, il re si era stancato di lei. E si era infatuato di un’altra. L’unico modo per averla era disfarsi della Bolena, con lo stesso cinismo e maggior ferocia di quella dimostrata con Caterina.Accusata di adulterio e di alto tradimento – poi di incesto con il fratello – Anna era condannata nella sostanza prima di esserlo formalmente. La sera prima della sua morte, il matrimonio con il re era stato dichiarato nullo. Nei giorni precedenti erano stati condotti al patibolo i suoi presunti amanti, nonché i complici di una misteriosa congiura.LE DISPOSIZIONICome è stato scoperto negli archivi dei Tudor, era stato proprio Enrico VIII (che avrebbe avuto sei mogli, finite quasi tutte malissimo) a dare le più minuziose disposizioni sul supplizio del suo antico, grande amore. La rivista Storica, cita la biografa inglese Tracy Borman, che fa riferimento ad «azioni del re calcolate e premeditate». «Noi comandiamo che le sia mozzata la testa nel parco della Torre di Londra E che il carceriere non ometta nulla di quanto ordinato».Il 30 maggio, il sovrano – vedovo decisamente consolabile – sposerà quindi Jane Seymour, che gli darà il tanto desiderato maschio, il futuro Edoardo VI, e morirà di parto. Il ragazzo scomparirà a sedici anni. E, dopo infiniti conflitti e drammi, dopo la cattolicissima Maria la Sanguinaria, a succedere al padre sarà proprio la figlia di Anna Bolena. Quella Elisabetta I che darà il suo nome a un’epoca, si dimostrerà una delle più grandi sovrane della Storia e riscatterà così la sorte di sua madre.Alessandra Necci