il Giornale, 3 maggio 2023
Tutte le gaffe di Carlo Rovelli
Non c’è dubbio: Carlo Rovelli (nel tondo) è uno dei più bravi divulgatori di fisica che ci siano in Italia. Anzi nel mondo. Non solo un divulgatore per altro, è uno scienziato di vaglia e in quella veste l’abbiamo più volte intervistato anche per le pagine di questo quotidiano. La situazione però cambia rapidamente quando Rovelli si sposta fuori dal suo campo d’elezione. È capitato al concerto del Primo Maggio con una entrata a gamba tesa sull’aggressione all’Ucraina da parte della Russia e sul tentativo della Nato e della Ue di proteggere un Paese aggredito. Per Rovelli il tutto si ridurrebbe a questo: «Stiamo andando verso una guerra che cresce e, invece, di cercare soluzioni i Paesi si sfidano, invadono, soffiano sul fuoco della guerra... in Italia, il ministro della Difesa è stato vicinissimo a una delle più grandi fabbriche di armi nel mondo, Leonardo. Il Ministero della Difesa deve servire per difenderci dalla guerra, non per fare i piazzisti di strumenti di morte». Una riduzione al grado zero della complessa situazione internazionale che equivarrebbe, se parlassimo di fisica, a cercare di spiegare la gravità e i buchi neri ricorrendo al sistema astronomico tolemaico. Nessuna distinzione tra aggressore e aggredito, nessuna analisi del ruolo della Russia nel commercio mondiale delle armi o nella destabilizzazione di equilibri complessi come in Siria o in Africa. Nessuna presa d’atto che le scelte sul supporto all’Ucraina sono state portate avanti da governi di diversa temperie e composizione politica, del fatto che non è il caso di fare il ministro della difesa se non si ha competenza e contatti in materia... E per di più, cosa notata anche da Ambra Angiolini, non proprio il prototipo della guerrafondaia, non si può trasformare un concerto in una tribuna politica per di più senza contraddittorio. Crosetto per parte sua ha risposto da gentleman: «Inviterò a pranzo il Professor Rovelli così la prossima volta che parlerà di me lo farà avendo conosciuto me, le mie idee, sapendo cosa ho fatto e faccio ogni giorno per cercare la pace e fermare la guerra». Del resto questo non è nemmeno il primo scivolone del grande scienziato che ama la pace, e odia il sistema capitalistico occidentale (che ha i suoi difetti) al punto da appiattire tutto. Qualche hanno fa Rovelli si chiese sulle pagine del Corriere se i militanti dell’Isis avessero «altrettanta sconsiderata generosità e passione di quanti andarono a combattere Franco durante la guerra civile spagnola». Spiegando che noi occidentali vediamo «i buoni buonissimi e i cattivi cattivissimi, e naturalmente noi siamo i buoni». La teoria della relatività va bene in fisica ma applicarla a dei tagliagola, che bruciano vivi i loro prigionieri, forse un po’ meno. Ma anche tenendosi su cose più recenti si può scoprire che Rovelli, ribadiamo uno scienziato coi fiocchi, ha idee affatto particolari. Mondadori ha appena pubblicato La rosa di Paracelso, un lisergico romanzo-biografia scritto da William Leonard Pickard. Carlo Rovelli ne ha scritto una entusiastica premessa definendo Pickard un uomo che continuava a «languire da quasi vent’anni in una prigione di massima sicurezza per aver fatto nella vita solo cose buone e di grande valore per l’umanità». Possiamo dare ragione a Rovelli sulla qualità letteraria di La rosa di Paracelso... Però, ecco, Pickard non è proprio che fosse un santo, gestiva una organizzazione gigantesca per lo spaccio di LSD e MDMA (nota anche come ecstasy). In carcere ci era finito per quello. Rovelli scrive anche che «LSD non fa male virtualmente a nessuno». Senza fare i moralisti: non lo direbbe nemmeno uno spacciatore. E con affetto: calzolaio fermati alle scarpe (che in questo caso hanno stringhe quantistiche).