La Stampa, 30 aprile 2023
La festa dei fascisti
Teste rasate, avambracci che si stringono nel saluto dei gladiatori, bandiere tricolori, giubbotti neri, felpe “Defend Monferrato” e t-shirt del gruppo fasciorock Zetazeroalfa. Nel giorno in cui il presidente del Senato Ignazio La Russa parla degli anni Settanta e delle necessità di una «memoria che vuole arrivare alla pacificazione», ma anche nel primo anniversario della morte di Sergio Ramelli in cui la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni siede come presidente del Consiglio a Palazzo Chigi, i militanti dell’estrema destra italiana tornano come tutti gli anni in piazza per commemorare lo studente diciannovenne del Fronte della Gioventù morto il 29 aprile del 1975 dopo essere stato ferito in un agguato da un gruppo di Avanguardia operaia. E lo fanno a modo loro. Ovvero con una fiaccolata per le strade attorno a piazzale Paolo Gorini, aperta dallo striscione con la scritta bianca su sfondo nero «Onore ai camerati caduti», che si conclude come sempre con la sostituzione della corona di alloro sotto casa di Ramelli in via Paladini e con centinaia di braccia che si alzano nel saluto romano mentre dal megafono arrivano le parole «Camerata Sergio Ramelli» e tutti gli altri rispondono «Presente». Il boato è seguito da un battito di tacchi e dagli annunci «Camerati, a riposo» e «Camerati, rompete le righe». Secondo la questura sono poco meno di un migliaio di persone in rappresentanza delle sigle più rappresentative della galassia neofascista: CasaPound, Lealtà e Azione, Rete dei Patrioti. Per dirla con una parola, quella con cui gli organizzatori firmano il manifesto dedicato a Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani appeso un po’ ovunque nel quartiere, «i camerati». «Sembrano più numerosi degli ultimi anni. Ma forse la spiegazione è il Covid», azzarda un pensionato che vive nel punto scelto come ritrovo. C’è qualche signore con l’impermeabile e i capelli bianchi, di quelli che da decenni si vedono a Dongo e a Giulino di Mezzegra per le cerimonie dedicate a Benito Mussolini e Claretta Petacci, ma ci sono soprattutto uomini e donne fra i 30 e i 50 anni. «Non siamo qui per parlare di politica. Lo sapete. Siamo qui per una commemorazione», taglia corto il portavoce nazionale di Casapound Luca Marsella. Accanto a lui sfilano Angela De Rosa di Casapound Milano, Duilio Canu, presidente del Movimento nazionale “Rete dei patrioti” e l’ex segretario del Msi Fiamma Tricolore Attilio Carelli.
In piazzale Dateo, distante alcune centinaia di metri e varie camionette della polizia, si svolge in contemporanea un presidio antifascista organizzato dall’Anpi. Si ricorda Gaetano Amoroso, l’operaio e militante comunista accoltellato da attivisti di estrema destra il 27 aprile 1976 e morto tre giorni dopo. Aveva 21 anni. Due in più di Sergio Ramelli.