Corriere della Sera, 30 aprile 2023
Inventario in casa Lollo
All’improvviso, nell’armadio sul ballatoio di casa Lollobrigida, eccoli: tre lunghi visoni, due dei quali colorati (uno rosso, l’altro giallo) e l’ultimo nature. E dunque anche questi eccentrici trofei, capriccio di una diva, sono stati deposti e inventariati con la cura raccomandata dalla missione: censire il patrimonio residuo di casa Lollo. Dieci visite di circa tre ore ciascuna, a partire dalla metà di febbraio scorso, hanno fotografato e ricostruito quel che resta della vita di un simbolo.
Notaio, avvocati, esperti hanno, da poco, avviato i beni della Bersagliera, del valore di circa 600 mila euro, alla procedura concorsuale di liquidazione che precede il pagamento dei creditori. Lei, Gina Lollobrigida, la Maria di Pane, amore e fantasia, morta il 15 gennaio scorso, si circondava di putti e capitelli, mosaici e ninnoli, amorini e buddha. Molti beni, nell’inventario curato e redatto dal notaio Vittorio Occorsio, appaiono modesti, a eccezione di un pugno di oggetti.
Si parte dalla sala, in origine ambiziosa, con un pavimento «rivestito da un mosaico decorato con volute ed elementi antropomorfi e zoomorfi» e che infine si riduce a un’insieme di «putti senza valore» collocati agli angoli della stanza, «servizi in porcellana superstiti di grandi servizi, prevalentemente Meissen (città tedesca delle manifatture della porcellana, ndr)», marmi «che riecheggiano con scarso successo le impostazioni canoviane», «cachepot senza valore apprezzabile» e buddha giovanili fra i quali uno ligneo «con inserti in vetro». Sopravvive qualche testimonianza d’altri tempi come il tavolo «con base in legno, scolpito, laccato e decorato riproducente dei tritoni» o il «mobile a due corpi con legno laccato e decorato con trionfi di fiori e volute» stimato circa 5 mila euro. Lo stimatore finisce per censire senza emozione i 22 dipinti «di mediocre qualità» che troneggiano su una delle pareti o la «coppia di lampadari in metallo con sfera in vetro copia dall’antico».
Nell’insieme la vaporosa Gina appare ovunque tra ricordi, reliquie e testimonianze spesso dedicate a una giovane, esuberante se stessa. C’è l’armadio nella stanza da letto di servizio dove sono stipati abiti da sera «di cui alcuni ancora imbastiti» e probabilmente progettati dalla stessa Lollo per valorizzare le sue leggendarie misure. C’è la galleria di foto dalla cornice dorata che la ritrae assieme a divi, politici e personaggi famosi all’ingresso. E ci sono le «44 sculturine riferite a premi e riconoscimenti alla carriera» dell’attrice che transitò nelle più famose case di produzione del mondo. C’è anche traccia delle sue altre passioni: una volta dismessi gli abiti hollywoodiani, volle scolpire, dipingere, pubblicare.
Così nella dependance della villa spuntano numerose scatole di cartone «contenenti tutte copie del libro The wonder of innocence edizioni Abrams»: una raccolta dei suoi scatti disponibile ormai solo su Amazon. Mentre uno sgabuzzino restituisce «il copione dattiloscritto dello sceneggiato inedito su e con Fidel Castro». Infine, tra le pieghe del monumentale censimento, sbuca un «diario newyorkese» realizzato negli anni Sessanta, ai tempi delle pellicole con Humphrey Bogart, Rock Hudson, Ernest Borgnine. Tra foto inedite e scatti autografi i collezionisti impazziranno, gli antiquari meno se si considera il valore oggettivamente marginale di certe tele rinvenute, la più importante fra le quali risulta essere il presunto olandese Jan Davidsz De Heem da circa quattromila euro. Tra custodie malinconicamente «vuote» e grappoli di bigiotteria, ecco l’anello da abbinare ai tailleur damascati dell’ultimo periodo: un rubino di colore rosso violaceo trattato termicamente, taglio cushion (squadrato, ndr) con inclusioni minori». Valore 1.200 euro.