Corriere della Sera, 1 maggio 2023
I numeri di Gesù Cristo
P ossono la statistica e la demografia aggiungere qualcosa alla nostra conoscenza della figura storica di Gesù? La risposta offerta da Roberto Volpi, di formazione e professione appunto statistico e demografo, è risolutamente positiva. Non che manchino considerazioni a questo riguardo nella sterminata mole di pubblicazioni sul cosiddetto «Gesù storico» – ovvero quanto di lui si può dire di storicamente accertabile sulla base della documentazione disponibile, a prescindere da qualsiasi considerazione teologica e di fede. Tuttavia, lo sguardo d’insieme offerto dall’agile volume di Volpi In quel tempo (Solferino) permette al lettore di formarsi un quadro d’insieme efficace e all’autore di offrire un approccio interpretativo, per alcuni aspetti originale, alla predicazione di Gesù e alla primissima diffu-sione del suo messaggio, sino a giungere, con Paolo, ben al di là dei confini della Palestina.
Proprio a proposito di quest’ultima, Volpi stabilisce in circa quattrocentomila i suoi abitanti complessivi, di cui tra i cento e i centoventimila dovevano popolare la regione della Galilea, in cui era sita Nazareth e in cui si svolse la quasi totalità della predicazione di Gesù, destinata a concludersi drammaticamente a Gerusalemme, dove peraltro Gesù rimase solo una manciata di giorni.
Più in dettaglio, dalle informazioni ricavabili dai Vangeli, specie i tre sinottici (Marco, Matteo e Luca), è possibile costatare che la predicazione di Cristo si svolse per un periodo di un anno o al più un anno e mezzo in un’area geograficamente ancor più limitata della stessa Galilea, ovvero i villaggi raccolti attorno al cosiddetto «Mare di Galilea», più precisamente il lago di Tiberiade. Situato nel nord dell’attuale Israele, ha una lunghezza di una ventina di chilometri per una dozzina di larghezza e un perimetro complessivo di una cinquantina. Gesù si muove generalmente a piedi, di frequente però utilizza delle barche per spostarsi da una sponda all’altra, risparmiando così tempo e fatica. Tempo e fatica che invece consumavano quanti si recavano ad ascoltarlo, provenendo dai villaggi più vicini, quando si diffondeva la notizia del suo passaggio. Volpi ipotizza per questi spostamenti una media di un paio d’ore o poco più per l’andata e altrettante per il ritorno, cosa che avrebbe permesso a una parte assai consistente della popolazione della Galilea di entrare in contatto diretto con la predicazione di Gesù.
Età
Nell’area una persona su tre aveva meno
di 14 anni e Gesù era
nel pieno della maturità
Quali erano dunque le caratteristiche degli abitanti di questa area ristretta? Anzitutto, si trattava di una popolazione estremamente giovane, almeno per i nostri standard: uno su tre degli abitanti della Galilea aveva meno di 14 anni; la maggior parte della popolazione era compresa nella fascia tra i quindici e i trentacinque anni, per un’età media di venticinque. Pochissimi dovevano essere gli ultracinquantenni, visti i probabili tassi di mortalità e le condizioni povere e disagiate della zona.
Già da queste osservazioni, si comprende come la tradizionale rappresentazione di Gesù quale giovane trentenne, al più un «giovane adulto» si direbbe oggi, rischi di risultare fuorviante: si trattava invece di un uomo nel pieno della maturità, addirittura che aveva già alle spalle più della metà della sua aspettativa di vita. Volpi ne deduce che la sua attività di predicazione dovesse essere iniziata già da tempo, ben prima dell’incontro con Giovanni il Battista da cui invece prende avvio il racconto dei Vangeli.
Popolazione
La predicazione avvenne quasi tutta
in Galilea, dove c’erano
al più 120 mila abitanti
Come noto, essa era destinata a concludersi a Gerusalemme. Anche in questo caso, Volpi fornisce alcune interessanti indicazioni quantitative: la città doveva avere tra i venti e i venticinquemila abitanti, ma con una densità abitativa decisamente elevata, come del resto tipico delle città antiche, dato che la sua superficie non superava i tre chilometri quadrati, con un’estensione delle mura, di forma quadrata, di circa sette chilometri. Su di esse si aprivano una decina di porte, di cui tre davano direttamente accesso al Monte del Tempio, centro del culto ebraico e unico luogo frequentato da Gesù a Gerusalemme, prima degli avvenimenti che lo porteranno alla morte. Da questo orizzonte apparentemente così ristretto, prenderà avvio una storia di portata invece universale .