Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  aprile 30 Domenica calendario

In viaggio con Jane Austen

Chi ama Jane Austen non può non amare la sua Inghilterra, che fa da sfondo a ogni suo romanzo, dai verdi spazi dell’Hampshire alla costa del Dorset, dalle grandiose vie di Bath alle campagne del Kent.
Nulla potrebbe essere più bello quindi che ripercorrere i passi della grande scrittrice, seguendola tra villaggi, cittadine e campagne e «tra abbazie, cottage e salotti», come ci invita a fare il libro I n Inghilterra con Jane Austen.
La guida non potrebbe essere più esperta: Giuseppe Ierolli, l’autore, ha tradotto in italiano tutte le opere e tutte le lettere della Austen ed è presidente della Jane Austen Society of Italy. Conosce quindi entrambi gli aspetti della scrittrice sempre «ancorata fortemente nella realtà»: le lettere con l’immediatezza della vita vissuta e i romanzi con il filtro dell’invenzione narrativa. Ierolli ha visitato tutti i luoghi dove ora ci accompagna, spiegando il significato e l’importanza di ognuno nel contesto della vita e dell’opera della scrittrice.
Il viaggio parte dal villaggio di campagna di Steventon, nella contea dell’Hampshire, dove la Austen nacque nel 1775 in una canonica dove visse per i primi 25 anni della sua vita con il padre, il reverendo George, la madre, i sei fratelli e l’unica sorella, l’amatissima Cassandra.
L’edificio purtroppo fu demolito nell’Ottocento ma resta la chiesa e il paese circondato dal verde. In questo luogo tranquillo e bucolico la Austen scoprì la sua vocazione di autrice e scrisse le prime stesure di Ragione e Sentimento, Orgoglio e Pregiudizio e Northanger Abbey.
La seconda tappa ci porta a Bath, descritta come «città gaudente», la più celebre città termale in Inghilterra, dove si radunava la buona società. Il padre, andato in pensione, decise di trasferirsi nel luogo dove si era sposato nel 1764. Come suggerisce Ierolli, la scelta forse non era solo sentimentale ma anche pratica, dato che Bath con la sua intensa vita sociale era il luogo ideale per trovare marito per le due figlie nubili. Jane aveva 25 anni e Cassandra 27, abbastanza attempate da essere bollate come zitelle dalle impietose regole dell’epoca.
Esperti e biografi della Austen sono divisi sulle ragioni per cui lei non scrisse nulla negli anni di permanenza a Bath. Secondo alcuni è stato a causa di una profonda avversione per la città e di una malinconia dovuta all’essere in un luogo a lei poco congeniale. Altri hanno un’opinione opposta: la ragione è stata la mancanza di tempo da dedicare alla scrittura, perché la vita sociale, fitta di passeggiate, pranzi, tè, feste e occasioni mondane varie, era molto più intensa che nel sonnacchioso villaggio di Steventon.
Quello che è certo è che gli anni di Bath, sia pure aridi dal punto di vista creativo, sono serviti a fornire alla scrittrice molto materiale per le sue opere «così piene di vita vissuta».
La visita a Bath sulle orme della scrittrice è più autentica perché il centro della città è rimasto pressoché inalterato e i luoghi da lei descritti sono ancora riconoscibili. Si può perfino andare a stare nella prima casa dove la Austen ha abitato tra il 1801 e il 1804, a Sydney Place, dato che è diventata un bed&breakfast, proprio accanto ai giardini da lei amati.
Il viaggio continua a Lyme Regis, luogo di una vacanza estiva nel 1804, importante perché sul frangiflutti della cittadina balneare avviene la scena cruciale del romanzo Persuasione. La cittadina nota come “la perla del Dorset” deve avere colpito la Austen, dato che merita una delle descrizioni paesaggistiche più lunghe mai scritte dall’autrice. Una deviazione nel percorso ci porta a Londra che la Austen scherzosamente definisce «scenario di dissipazione e di vizio». Le numerose visite alla metropoli sono dedicate ai ricevimenti, allo shopping, alle passeggiate in carrozza e alle visite ai musei, con serate a teatro.
Nel 1809, dopo un lungo girovagare a seguito della morte del padre, le sorelle Austen e la madre trovarono una sistemazione definitiva, tornando nell’amato Hampshire, a Chawton, in un cottage messo a loro disposizione dal fratello Edward. In questo villaggio di campagna, così vicino e così simile a quello dove era nata, la scrittrice visse per gli ultimi otto anni della sua vita, un periodo di grande creatività che ha visto la pubblicazione di Mansfield Park, di Emma e di Persuasione.
La Austen morì il 18 luglio 1817, all’età di 41 anni. L’ultima triste tappa del viaggio è la cattedrale di Winchester, dove la sua tomba nella navata sinistra, come scrive Ierolli, è «sicuramente la più visitata tra quelle presenti».