Domenicale, 30 aprile 2023
Biografia di Pitagora
Nel riferire alcuni principi dell’etica di Pitagora e della sua scuola, Diogene Laerzio nel libro VIII delle Vite dei filosofi riporta una regola fascinosa: «Non permetteva di pregare per sé stessi, poiché non sappiamo ciò che ci è utile». Va aggiunto che intorno a tale pensatore, considerato poeta e uomo di scienza, sacerdote e iniziato ma anche altro, si è detto di tutto; anzi, occorre prendere atto dell’esistenza di una questione pitagorica nell’ambito della filosofia greca, rilevante quanto la omerica in letteratura.
Erodoto nelle Storie parla di Pitagora viaggiatore e sostiene che in Egitto apprese la dottrina della metempsicosi, o trasmigrazione delle anime; l’autorevole Eduard Zeller, ne La filosofia dei greci nel suo sviluppo storico, contesta questi viaggi e le eventuali influenze orientali. Gli studiosi discutono l’anno in cui giunse a Crotone, forse il 532 a.C., di certo qui fondò – nota Jacob Burckhardt nella sua Storia della civiltà greca – la prima comunità libera capace di essere insieme religiosa, etica e scientifica.
Il pitagorismo avrà vita lunga: è presente a Roma e nei Padri della Chiesa; una scultura del filosofo si trova all’interno del timpano, sul vano di destra, del portale reale della cattedrale di Chartres. Nel IV secolo Gregorio di Nazianzo nell’orazione Contro Giuliano l’Apostata definisce I versi aurei, attribuiti a Pitagora, «plumbei». Il neoplatonico Ierocle d’Alesandria, invece, un centinaio d’anni dopo nel suo Commentario all’opera scriverà che essa offre «i precetti generali di tutta la filosofia pratica e contemplativa», con i quali «si può giungere alla verità e alla virtù, rendere sé stessi puri e ottenere la comunione con Dio».
Tutto ciò è da tener presente nel rileggere I versi aurei, con commento, testo e traduzione, a cura di Antonio Farina, che ritornano disponibili, dopo sessant’anni, nella nuova edizione della Vita Felice. È un’opera da accostare a quella di Antoine Fabre d’Olivet, I versi aurei di Pitagor a, con commento teosofico (Luni). Del resto, come prova la monografia di Christoph Riedweg, Pythagoras (C. H. Beck, Monaco 2018), ora tradotta in francese da Les Belles Lettres, la figura del pensatore greco continua a essere oggetto di ricerche.
I versi aurei, scritti per «collocarsi sulle orme della divina virtù», sono di Pitagora? Quasi sicuramente non fu lui l’autore, tuttavia in essi c’è una sapienza antica e venerabile. I pitagorici asserivano: «Autòs epha», cioè «L’ha detto lui»; e quel «lui» si riferiva, appunto, a Pitagora. Diventò l’ipse dixit dei teologi e filosofi medievali, indicante l’autorità di Aristotele: traduceva l’uso delle conventicole che meditavano I versi aurei.