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 2023  aprile 29 Sabato calendario

Storia del vero Marchese del Grillo

«Io so’ io e voi non siete un ca...». Una battuta come garanzia di immortalità: il Marchese del Grillo, realmente esistito (1714-1787) nella Roma papalina del diciottesimo secolo e maschera indimenticabile nella sterminata filmografia di Alberto Sordi, è da quattro decenni un’icona che resiste al tempo, alle mode, ai cambiamenti cinematografici e culturali. Grazie proprio alla commedia-cult diretta nel 1981 da Mario Monicelli e interpretata con godimento sornione dal grande attore romano che nella citatissima battuta-tormentone ha sintetizzato l’arroganza, la pretesa d’impunità e il cinismo del potere.
Marchese di Santa Cristina e conte di Portula, alto dignitario alla corte di Pio VI nel ruolo di sediario pontificio, Cameriere di cappa e spada di Sua Santità e Guardia nobile, eccentrico e donnaiolo, prevaricatore e famoso per gli atroci scherzi che si divertiva a infliggere ai sudditi (come tirare monetine sugli ebrei e il popolino, o far murare i portoni delle case degli invitati ai suoi banchetti), Onofrio del Grillo incarna il simbolo della decadenza romana.
L’ASSOCIAZIONE
Ma oggi c’è chi è deciso a ristabilire la verità storica relativa a quel personaggio saldamente radicato nella memoria collettiva grazie ad Albertone: «Il Marchese del Grillo non era romano bensì marchigiano: nacque e morì a Fabriano, dov’è sepolto nella Cattedrale di San Venanzio», afferma Fabio Bianchi che, con un gruppo di amici, nella città in provincia di Ancona ha creato l’Associazione Marchese del Grillo allo scopo di far conoscere e valorizzare la figura di Onofrio. «Siamo partiti in 7 e in un anno siamo diventati un’ottantina. Con l’immagine di Sordi nel film abbiamo realizzato una filigrana, quindi intitolato al Marchese tre vini, due verdicchi e un rosato. Ci proponiamo ora di creare una pasta e un amaro il cui ricavato andrà in beneficenza». In prospettiva c’è anche un museo: «Vogliamo attirare visitatori, sia italiani sia stranieri, per rendere omaggio a Onofrio che è stato non soltanto un nobile burlone ma una figura importante per la nostra città, e al tempo stesso promuovere il territorio e i suoi prodotti». Si comincia con le celebrazioni in programma a Fabriano il 5 e 6 maggio in occasione del 309mo compleanno di Onofrio, nato il 5 maggio del 1714 e morto il 6 gennaio 1787: pranzi e cene a tema, brindisi con i vini doc, visite “teatralizzate” al palazzo Del Grillo e agli altri luoghi del Marchese, un’installazione dello street artist Maupal. Attesa a breve una visita di Max Giusti che, dopo aver rappresentato il Marchese del Grillo al Sistina, sbarcherà al teatro Gentile di Fabriano.
LA LAVORAZIONE
Ospiti speciali della due giorni di maggio saranno anche un paio di personaggi che nell’81 erano sul set del film di Sordi: l’attore Andrea Bevilacqua che aveva il ruolo di Pompeo e il regista Giacomo Campiotti che, giovanissimo, fu “aiuto” di Monicelli. «La lavorazione del Marchese del Grillo fu un’esperienza travolgente che mi convinse a continuare a fare cinema», racconta Campiotti, oggi 65 anni, «Sordi era una presenza carismatica e temutissima, ma questo non mi impedì di fargli uno scherzo che sarebbe piaciuto a Onofrio: un giorno feci il classico “sacco” al suo letto e quando lui se ne accorse si arrabbiò moltissimo. Ma non scoprì mai che ero stato io». Altro aneddoto: «Alberto si era invaghito di Caroline Berg, la bellissima attrice francese che faceva Olimpia, ma lei gli preferì il ragazzo che batteva i ciak... e Sordi rosicò». Il regista ricorda ancora: «Nessuno poteva prevedere che il film sarebbe stato un successo epocale ma tutti s’impegnavano al massimo. Un giorno l’attore Marc Porel, che interpretava un ufficiale francese, non si presentò e venimmo a sapere che era stato arrestato per droga. Come giustificare la sua assenza? Monicelli convocò gli sceneggiatori Benveuti, De Bernardi e Pinelli al ristorante e dopo una colossale mangiata si decise che il personaggio di Porel era stato richiamato da Napoleone».
L’ESECUZIONE
Quando nel film arriva l’esecuzione di Gasperino, il carbonaio sosia di Onofrio, il nobile viene avvertito così: «Sor Marchese, è l’ora». È la frase che al Verano è incisa sulla tomba di Albertone. Per l’eternità Marchese del Grillo.