Corriere della Sera, 29 aprile 2023
Amori e imprese di Marco Borriello
Marco Borriello, ex attaccante nomade del campionato, tombeur de femmes e membro del board della squadra di calcio di Ibiza, dove vive in questo momento?«Nemmeno io lo so con esattezza. Quando ho smesso di giocare è arrivata la pandemia e ho trascorso due anni fra l’Italia e la Spagna. Poi ho iniziato a scoprire il mondo. Nel periodo invernale mi piace stare nei luoghi caldi, sono girovago, cerco di prendere il meglio di tutto finché posso».
Insofferente anche da calciatore?«Sì, ogni sei mesi mi stufavo e partivo a caccia di nuove emozioni. Per sopportare la routine devo almeno stare con persone di mio gradimento. A Milano e al Milan ci sarei rimasto per sempre, ma non è stato possibile».
Come le piace vivere, invece?«Per stare bene non ho bisogno di lussi sfrenati, però devo avere la possibilità di fare sport, vedere gli amici, andare in un bel ristorante, essere nella natura. Poi se c’è l’opportunità di godere di un po’ di cultura è il massimo».
Le manca una compagna?«Macché, tutte le mattine mi alzo, mi guardo allo specchio e mi dico “ti amo” (ride). Ho avuto storie in passato ma ho scelto me e ho fatto bene. Quando ho voglia e l’occasione mi vivo l’emozione. In futuro vorrei lasciare il mio dna, un figlio è importante».
Lei è una mosca bianca in un ambiente dominato da calciatori che mettono su famiglia da ragazzi?«Si sposano giovanissimi e poi partono i tradimenti. Scoppiano tutti, restano i figli che sono la cosa più bella. Sarò anche egoista ma resto coerente con la vita che voglio avere».
Lei tradisce?«Quando sono stato fidanzato non l’ho mai fatto».
Quante donne ha avuto?«Non sono il tipo che con le donne fa ginnastica e conta. Le relazioni fisse si contano sulle dita di una mano. Poi ho avuto grandi passioni che non necessariamente sono finite sui giornali di gossip».
A quasi 41 anni cosa cerca in una donna?«L’aspetto estetico è il primo che mi colpisce. Ma in questa fase conta anche il fattore cerebrale».
Strategie di conquista?«Sono in una fase di consolidamento della vita. Penso più a conquiste immobiliari e finanziarie che a quelle sentimentali».
Cosa rappresenta per lei ora Belén?«È stata una storia d’amore acerba, immatura, fra due ragazzi. Se ci incontriamo a Milano la abbraccio, è una ragazza solare e divertente. Comunque è stata la relazione più importante della mia vita, è durata quattro anni e mezzo».
Follie in amore?«Non direi».
Da calciatore?«Ho girato 15 spogliatoi e sono sempre stato fra i più vivaci. Nel 2014 ero con la Roma a Mosca per una partita con il Cska. Un sito russo pubblicò foto di me e De Rossi che uscivamo da un night club. Con Daniele abbiamo salvato gli altri 15 compagni che uscirono dopo. Ero tra le spogliarelliste ma, giuro, ero andato lì solo a bere una Coca Cola».
Quanto ha guadagnato nella sua carriera?«A 18 anni prendevo 2000 euro al mese, poi certo dopo molto di più. Credo di aver guadagnato 30 milioni. Non mi sono fatto mancare niente, ho avuto una vita costosa e dispendiosa ma sono riuscito a salvare il patrimonio».
Bello e ricco, si sente invidiato?«In tanti quando mi vedono dicono “beato te”. Guardano la villa, la vista sul mare. Ho scelto uno stile di vita alto, ma devo lavorare per mantenerlo, mica sono nato ricco».
Di cosa si occupa adesso?«Ho scelto di non avere più padroni. Ho una piccola quota dell’Ibiza calcio: sono consigliere e ambassador del club. Mi piace anche il mondo della finanza e del real estate».
Un ruolo più operativo in una squadra?«Da un lato sì ma ciò comporterebbe avere un capo, oppure trasferirsi in una città di cui non mi importa nulla. Per 25 anni sono stato in posti e con persone che non sempre mi interessavano e dovevo abbozzare. La vita è una sola e talvolta anche breve. Ora voglio godermi tutto».
Nel calcio ha mai accettato compromessi?«Quando mi conveniva economicamente. All’inizio ero mosso solo dalla passione ma quando ho preso i primi calci nel sedere perché non servivo più allora ho iniziato a fare i miei conti. Chi mi vuole paga».
Non parla molto di Napoli, la sua città d’origine.«È la città più bella del mondo, ha un clima fantastico, le isole davanti. Mia mamma vive lì. Impossibile togliermela dal cuore».
È la città che le ha portato via il papà?«Ma da un lato mi ha strappato il padre quando ero un bambino, dall’altro mi ha trasferito la “cazzimma” e l’amore per il bello».
Tifa per il Napoli?«Nel cuore ho l’Ibiza. Al San Paolo ci andavo da piccolino con mio papà e adesso sono felice per il loro scudetto. Il Milan come una madre: ho vestito quella maglia dai 14 ai 28 anni. Ho conquistato i trofei più importanti. Tra i professionisti ho segnato 127 gol sebbene fra panchine e infortuni abbia totalizzato più di 6 anni di inattività».
Rimpianti?«Ho pagato anche per colpe non mie come nella storia del doping per il cortisone. La settimana prima che mi trovassero positivo i medici mi avevano dato una pastiglia per un problema al molare. Quando venni trovato positivo sempre i medici mi dissero “porta tutte le pomate che hai a casa” e la colpa venne scaricata sulla crema vaginale di Belen. Ma le due molecole di cortisone che trovarono erano contenute solo in un farmaco che si chiama deltacortene. Sono stato fermo sei mesi, qualcuno dovrà risponderne».
Il suo rapporto con Berlusconi?«Rispetto ai politici degli ultimi anni Silvio Berlusconi è di una categoria superiore. Gli altri mi sembrano tutti marionette, a parte Giorgia Meloni che pare avere idee e determinazione. Bisogna vedere se non le perderà».
Il regalo più bello che si è fatto?«Il prossimo, e sarà il più costoso di sempre. Un terreno di molte migliaia di metri quadri a Ibiza dove coltivare l’orto e piantare un vigneto, con le gallinelle e i cavalli».