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 2023  aprile 29 Sabato calendario

Come sta davvero Erdogan?

La maratona elettorale dell’inossidabile presidente turco Recep Tayyip Erdogan è costretta a una pausa. E non è difficile immaginare come lui possa aver accolto il riposo forzato impostogli dai medici martedì sera dopo il malore, durante un’intervista sulle emittenti Ulke Tv e Kanal che l’ha costretto a interrompere la trasmissione. «Sta migliorando – ha assicurato giovedì il ministro della Sanità Fahrettin Koca – gli effetti della gastroenterite sono diminuiti e riprenderà i suoi impegni al più presto».
Ma il fatto che non sia ancora tornato in pista, mostrando l’energia di sempre, ha scatenato le voci più disparate. Mercoledì in un tweet la tv cinese aveva sostenuto che Erdogan avesse avuto un infarto al miocardio e che fosse grave in ospedale. Il messaggio era stato poi cancellato dopo la smentita ufficiale del governo turco. Altri hanno parlato di un attacco di epilessia dovuta ai farmaci contro il cancro all’intestino che avrebbe avuto nel 2011 quando fu operato.
Il presidente turco, 69 anni, non è, però, sparito del tutto. Giovedì ha partecipato in collegamento video alla cerimonia per il primo carico di carburante nella centrale nucleare di Akkuyu, costruita proprio dai russi di Rosatom, e ha avuto un colloquio con Vladimir Putin. Ieri è apparso, sempre da remoto, alla cerimonia per l’inaugurazione di un ponte nella città meridionale di Adana.
Lo stop forzato non poteva capitare in un momento peggiore. Il prossimo 14 maggio 69 milioni di turchi andranno al voto per scegliere il presidente e il nuovo Parlamento. È una sfida sul filo del rasoio, tutti i sondaggi parlano di un testa a testa, ed è la prima volta, in 20 anni al potere, che Erdogan arranca. A sfidarlo è Kemal Kiliçdaroglu, 74 anni, in nome dell’Alleanza della Nazione, formata da sei partiti di opposizione, dai nazionalisti alla sinistra. È la stessa coalizione che, nel 2019, era riuscita a strappare all’Akp le roccaforti di Istanbul e Ankara. Ieri Kiliçdaroglu ha incassato, anche, l’appoggio esterno del partito filocurdo Hdp che rappresenta il 10% dei voti.
Per questo nell’ultimo mese il leader turco ha dato tutto sé stesso presenziando fino a tre eventi al giorno in diverse parti del Paese nonostante osservasse il digiuno del mese di Ramadan, finito il 21 aprile.
Fiaccata da un’economia in crisi profonda, con l’inflazione alle stelle, e da un terremoto che ha causato più di 103 miliardi di euro di danni, la popolazione turca è allo stremo e, per la prima volta, la popolarità di Erdogan vacilla. La malattia, tra l’altro, va ad intaccare l’immagine dell’uomo forte, capace di risollevare il Paese da qualunque tragedia. Erdogan, non a caso soprannominato il Sultano, ha accentrato su di sé tutti i poteri, facendo diventare la Turchia, che quest’anno celebra il centenario dalla fondazione, una repubblica presidenziale. Il suo rivale Kemal Kiliçdaroglu, 74 anni, soprannominato il Gandhi turco, è al contrario un uomo mite che promette il ritorno al sistema parlamentare. Agli elettori la scelta.