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 2023  aprile 27 Giovedì calendario

Il caso della campagna Open to meraviglia

«Open to Meraviglia» tira dritto. Nonostante il lungo elenco di gaffe e polemiche suscitate negli ultimi giorni la campagna da 9 milioni di euro voluta dal ministero del Turismo per promuovere le bellezze italiane nel mondo il primo maggio sbarcherà all’aeroporto internazionale di Dubai. Maxi-cartelloni dai quali la Venere influencer comincerà il suo tour fra stazioni, fiere e hub vari, oltre che naturalmente sulle piattaforme digitali con il suo nickname @Venereitalia23. Dodici mesi suddivisi in due stagioni: primavera-estate e autunno-inverno. Il brand Italia in versione prêt-à-porter.
Il costo totale sarebbe così spalmato: 4,5 milioni per la realizzazione del video promozionale, per la sua diffusione (andrà anche sugli schermi di alcune compagnie aeree) e per le affissioni urbi et orbi, 4 milioni per le campagne crossmediali che attraverso un QrCode svilupperanno traffico su Italia.it (il portale lanciato nel 2007 da Francesco Rutelli) e 500 mila euro per altre spese (compresi i 138 mila pagati all’agenzia pubblicitaria Armando Testa).
La versione ufficiale, che arriva dalle parti del ministero di via di Villa Ada, è che dato che tutti ne stanno parlando l’obiettivo della campagna è stato raggiunto. E che l’effetto virale fosse in qualche modo studiato per agganciare gli utenti più giovani dei social. «Mi stanno tutti aiutando ad avere un grande successo» si sarebbe sfogata la ministra Daniela Santanchè con i suoi. I vertici di Armando Testa si celano dietro un garbato no-comment. Idem Enit, l’agenzia nazionale per il turismo, recentemente trasformata in una Spa, guidata da Ivana Jelenic, titolare di un’agenzia viaggi in Umbria e manager di fiducia della Santanchè. E così pure dal ministero e da Accenture, travolti insieme ad Almawave (gruppo Almaviva) nel pasticciaccio delle traduzioni in tedesco su Italia.it. Quelle rimosse, dopo la denuncia di Selvaggia Lucarelli, in cui Brindisi veniva tradotto con Toast, Prato con Rasen e Camerino con Garderobe. Rientrerebbero in un appalto a parte da 3 milioni di euro. «Almawave si è aggiudicata una commessa per offrire tecnologie di machine translation, basate su intelligenza artificiale, complete di servizio di revisione linguistica, effettuato da traduttori madrelingua sul contenuto, essenziale per una qualità certificata – fanno sapere da Almawave, che essendo quotata a Piazza Affari non nasconde di essere parecchio scocciata da tutta questa “pubblicità” -. Nel caso degli errori di traduzione riscontrati per la parte tedesca del sito Italia.it, ci risulta pertanto che, per ragioni non dipendenti da Almawave, i testi siano stati pubblicati senza richiesta di revisione finale dei contenuti, quali ad esempio i titoli, da parte dei traduttori professionali, come previsto dal processo». Fine delle comunicazioni.
Gli unici che continuano a parlare sono gli esperti di marketing e chi, per ragioni politiche, estetiche (il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, per dire, ha bollato il tutto con un «Roba da Ferragni») o anche solo per puro divertimento, si sta dedicando a mettere in fila gli strafalcioni del caso. Uno dei più battaglieri è il consigliere regionale toscano del Pd Iacopo Melio, che ha già dedicato varie puntate alla questione. Questa volta il focus è sulla pagina Instagram @Venereitalia23 e sulle caratteristiche «sospette» dei suoi follower. Secondo Melio si tratterebbe di profili fake acquistati con soldi pubblici attraverso servizi appositi «per gonfiare i numeri».Un nuovo capitolo che si aggiunge a quelli già sbeffeggiati nei giorni scorsi: i fotogrammi girati in una cantina slovena scaricati da una piattaforma di videostock, le foto dei monumenti pubblicate dopo essere passate da whatsApp con il doppio limite della bassa qualità e dei problemi di indicizzazione, il dominio Opentomeraviglia.it, non registrato dal ministero e comprato venerdì scorso per 4,99 euro dalla società toscana Marketing Toys. «Abbiamo salvato Botticelli da qualche sito porno che poteva prendersi il dominio per accaparrarsi il traffico e reindirizzarlo» scherza, ma solo fino a un certo punto Filippo Giustini, l’autore del blitz. Che però, in vista del primo maggio, spera che le cose comincino ad aggiustarsi. «Tanti dettagli potevano funzionare meglio, non c’è dubbio – prosegue -. Noi, nel nostro piccolo, stiamo cercando di trasformare questo errore in un’opportunità. Abbiamo aperto un form e in queste ore tantissimi italiani ci stanno scrivendo con proposte e idee per parlare di Italia e di bellezza italiana nel mondo. Se la ministra Santanchè ci chiama siamo pronti a donare gratuitamente il dominio al progetto del governo e magari anche a condividere con lei alcune di queste riflessioni». Poi la rassicurazione finale: «Non siamo trader di domini. Io ogni tanto ne acquisto uno ma solo per divertirmi un po’ e magari vendere qualche t-shirt. Ad esempio l’avevo già fatto con Viodiotutti.it». Come si dice in tedesco povera Venere? —