Corriere della Sera, 27 aprile 2023
Il Gattopardo a episodi
«Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi». Una frase che cita anche chi non ha mai letto il romanzo. E poi Burt Lancaster, Alain Delon e Claudia Cardinale. Il successo del Gattopardo si può riassumere in due frammenti che sono entrati nel linguaggio corrente e nell’immaginazione collettiva.
Ora il romanzo di Tomasi di Lampedusa si appresta a scrivere un nuovo capitolo. Iniziano oggi le riprese della serie in sei episodi prodotta da Indiana Production e Moonage Pictures che sarà uno dei prossimi titoli di punta del catalogo Netflix.
Il cast vede come protagonisti Kim Rossi Stuart (don Fabrizio Corbera, principe di Salina, nel ruolo che al cinema fu di Lancaster), Benedetta Porcaroli (Concetta, allora interpretata da Lucilla Morlacchi), Saul Nanni (Tancredi, era Delon), mentre Deva Cassel, figlia di Vincent e Monica Bellucci sarà Angelica (Claudia Cardinale nel film).
«Torniamo a uno dei romanzi più importanti del nostro Novecento, un racconto epico e insieme una saga intima, ambientato nella bellezza opulenta della Sicilia della seconda metà dell’Ottocento tra palazzi barocchi e i colori contrastati di una terra arsa dal sole – spiega Tinny Andreatta, vicepresidente per i contenuti italiani di Netflix —. A prima vista è un dramma che racconta, come dice il principe di Salina, la condizione universale di chi appartiene “a una generazione disgraziata, a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due”, tuttavia è anche la vicenda intima che lega il grande patriarca di questa famiglia e la sua amata figlia. Una storia attuale pur essendo stata scritta quasi 70 anni fa. Nell’anima di questo lavoro c’è un’umanità e un’universalità straordinarie, un’identità specifica e autentica che, proprio perché unica, può arrivare a tutti».
Il romanzo è la fotografia di un’epoca di incertezza e trapasso, di dubbi e cambiamenti. Protagonista il principe Fabrizio, acuto e disincantato osservatore della progressiva e inesorabile decadenza del proprio ceto nel momento del tramonto borbonico. I tempi nuovi premono, lo spartiacque è l’impresa dei Mille di Garibaldi che getta i presupposti dell’annessione della Sicilia al Regno di Sardegna. L’affresco di un periodo storico ma nel profondo anche il ritratto dell’animo siciliano (e in fondo di quello umano), perché la tesi di fondo è che i cambiamenti avvenuti nell’isola nel corso della storia hanno adattato il popolo siciliano agli «invasori», senza tuttavia modificarne nell’intimo l’essenza e il carattere.
Mettere mano a un testo del genere è stata una sfida: «E infatti voglio citare l’orgoglio e la responsabilità con cui affrontiamo questa prova», riflette ancora Andreatta. Un sentimento condiviso anche da Will Gould, Partner & Founder di Moonage Pictures: «C’è tanto di esplicito ma anche di allusivo nel capolavoro di Tomasi di Lampedusa, che lo rende la più formidabile risorsa per una trasposizione. La nostra speranza è di produrre qualcosa che sia intrinsecamente italiano con un richiamo internazionale. Questa è una storia per tutti e vogliamo raggiungere un vero pubblico globale». La serie consente di approfondire diverse linee narrative, i personaggi possono essere scavati con cura: «Il nostro è in un certo senso un percorso di salvaguardia dell’opera letteraria – chiarisce Fabrizio Donvito, Partner & Founder di Indiana Production —. Partiamo dal libro, personaggi e temi trattati dallo scrittore possono essere esaltati in un racconto di lungo respiro».
Un’opera in costume, già complicata in partenza: «Ci sono diversi ambienti da ricostruire con cura filologica. Per questo abbiamo tre diversi tipi di consulenti: religioso, storico e dell’etichetta che hanno lavorato a stretto contatto con gli sceneggiatori. Abbiamo cinque sartorie che stanno realizzando i costumi originali, una troupe di 250 persone, 32 settimane di preproduzione, location in quasi tutta la Sicilia». Budget importante, ma niente cifre: «Sicuramente però lo sforzo economico si vedrà sullo schermo».