il Fatto Quotidiano, 27 aprile 2023
All’alba con Fiorello
Mercoledì, ore 4 e 30 del mattino, Roma è metafisica: un deserto illuminato dalla luce pallida dei lampioni a led. Tutto dorme, il gabbiotto in plexiglass di via Asiago, sotto la sede Rai, è ancora chiuso, coperto da un telo verde. Appena si gira l’angolo con via Montello, una visione surreale: almeno quindici persone aspettano composte davanti all’unico locale illuminato in tutto il quartiere Prati. Sotto l’insegna della caffetteria, “Montello 12”, c’è una targa di plastica col nome ufficioso: “Il bar di Guerre Stellari”. Definizione appropriata: in fila c’è un ragazzo mingherlino con la chitarra in braccio, un omone pasciuto – cerone bianco da clown e pantaloni di Obelix –, una coppia con un cagnolino col vestito di Batman. Poi una schiera di uomini e donne, per lo più non giovanissimi. Sono venuti da mezza Italia – Torino, Campobasso, Mineo, Augusta, Siracusa – ma c’è pure una signora con giacca tricolore tedesca (nera sulle spalle, rossa in vita e gialla sui fianchi). Solo una persona può raccogliere una comunità così sgangherata e allegra, in circostanze tanto improbabili. Tutti aspettano lui.
Ore 5. Annuncia la venuta un motore che sferraglia e rompe il silenzio: Rosario Fiorello arriva a bordo di una Vespa nera ricoperta di adesivi, ha una giacca militare e un casco fluorescente, una mazzetta di giornali infilata dietro al sellino. Un ragazzino di 62 anni, ha il sorriso elettrico di chi vive in un fuso orario tutto suo: conduce Viva Rai 2 da dicembre; sono 5 mesi che si alza alle 4 per andare in onda alle 7 e 15 del mattino. Dal Lungotevere Flaminio, dove vive, a via Asiago sono pochi minuti di scooter; passa sotto la casa che fu di Andrea Camilleri (altro popolarissimo siciliano) e plana in via Montello, sotto quella di Anna Falchi (ex fidanzata negli anni 90). Fiorello parcheggia di fronte al bar di Guerre Stellari, sorridendo fende la folla che gli si stringe intorno, regala una battuta a ciascuno e guadagna un posto al bancone. Ordina un cappuccino e un pacchetto di pavesini, accende lo smartphone e inizia una diretta Instagram. La trasmissione è tra due ore, lo show comincia qui.
Ore 5 e 15. Fiorello si fa raccontare la storia della signora con la giacca tedesca, scopre che è arrivata davvero dalla Germania: atterrata a Napoli, per arrivare a Roma prima dell’alba, ha preso un taxi per la modica cifra di 350 euro. È talmente inverosimile che inizierà la puntata con lei. Intanto nel piccolo bar la pressione aumenta, le persone ora sono una trentina, ognuno ha portato un dono: dolci di marzapane, cioccolatini, mozzarelle, un uovo di Pasqua, addirittura una confezione di bistecche fiorentine sotto vuoto; un collaboratore di Fiorello raccoglie tutto e riempie quattro buste gonfie di cibo («Per oggi direi che siamo apposto»). Intanto il ragazzo con la chitarra suona Uccello in chiesa, poesia di Trilussa messa in musica da Federico Salvatore. Fiorello è praticamente sequestrato.
Ore 5 e 40. Arriva la sua spalla, Fabrizio Biggio. Fiorello non si tiene più: «Devo andare a lavorare». Riesce a evadere una parte dei selfie e delle attenzioni che gli chiedono gli adepti, gli altri li rimanda a fine trasmissione. Entra negli uffici di via Asiago con Biggio per gli ultimi preparativi. Intanto la strada ha preso vita: il gabbiotto è acceso, all’esterno è stata allestita la scenografia, al centro c’è il pianoforte che sarà suonato da Stefano Bollani. Il coreografo-star Luca Tomassini (ex ballerino di Madonna e Michael Jackson, diventato popolare con X-Factor) guida i movimenti dei suoi ragazzi: «Vi dovete avvicinare al piano lentamente. Non siete su Instagram, voglio un’espressione meravigliata, una faccia da wow».
Ore 6. Albeggia. Apre la pescheria in via Montello: l’effluvio è notevole; nelle case degli italiani quell’odore non arriva. Girano cartonati di Luigi Di Maio: sarà uno dei temi della puntata. C’è un esercito di tecnici, registi, ballerini, musicisti, fonici, cameramen, iperattivi come in un rave party; si alternano prove frenetiche di canzoni, danze, sketch.
Ore 6 e 30. Fiorello esce e si piazza davanti alle transenne del pubblico, ormai quasi un centinaio di persone. Si ferma almeno dieci minuti per insegnare a tutti il jingle con cui lancerà la trasmissione: «Viva Rai 2, siamo tornati, il ponte lungo è terminato…». Dal palazzo di fronte, dal terrazzo del quarto piano, si affaccia un uomo brizzolato: «Fiorello! Basta! La vuoi piantare? Basta! Qui si dorme!». Una parte di via Asiago, ostaggio da dicembre in questa gabbia di matti, ancora non s’arrende: al contrario qui non si dorme affatto, non c’è proprio modo.
Ore 7 e 15. La diretta di Viva Rai 2 è un’appendice di tutto quello che è successo prima. Fiorello sfoglia i giornali e fa satira a bassa intensità su Di Maio, Renzi&Calenda, influencer e Santanché. Il segreto della trasmissione, che gode di eccellente salute per pubblico e critica, non sono le chiacchiere da bar sulla politica, ma l’energia soprannaturale di questo totem della tv italiana: dopo 30 anni sulla scena e dopo aver vissuto una mezza dozzina di vite, dove trova l’adrenalina per inventarsi una televisione che nasce nel cuore della notte e vive mentre il resto del Paese si risveglia?
Ore 8. La puntata finisce e già iniziano a smontare il circo. Per Fiorello comincia un’altra ora abbondante di selfie e venerazioni varie, che hanno luogo in un’area creata ad hoc, tra due livelli di transenne. L’omone vestito da Obelix si presenta al cronista: si chiama Cirillino, è un clown con 135mila follower su TikTok. «Oggi ho cambiato costume perché me l’ha suggerito Rosario. Vengo qui a fare il pubblico ogni mattina da due mesi e mezzo, me l’ha chiesto lui. Dice che faccio colore».