Il Messaggero, 27 aprile 2023
Biografia di Elsa Morante
"L’amore vero è così: non ha nessuno scopo e nessuna ragione, e non si sottomette a nessun potere fuorché alla grazia umana”. E: “L’amore delle femmine è un malaugurio, le femmine non sanno amare”. O anche: “Più di tutto al mondo amo i bambini, il mare e i gatti”. Ricorre, nelle frasi di Elsa Morante, la parola “amore”. Qualcuno potrebbe dire che si tratta di una propensione tipica delle donne, che lei chiama “femmine”. Ma la scrittrice si serve a suo modo della parola, piegandola al proprio sentire.Amiamo come siamo stati amati. O come non siamo stati amati, verrebbe da aggiungere. E la qualità, la quantità di affetto ricevuto nei primi anni di vita influisce molto nella formazione del futuro individuo. Colei che scriverà L’isola di Arturo – che le varrà il premio Strega nel 1957 – ha una storia di affetti familiari peculiare. Nata a Roma il 18 agosto 1912, è figlia di una maestra, Imma Poggibonsi, di origine ebraica. Il vero padre si chiama Francesco Lo Monaco, ma lei fino all’adolescenza lo crede il padrino. È Augusto Morante, marito della madre, a riconoscerla, come farà con gli altri fratellini di Elsa, che sono a loro volta figli di Lo Monaco, in seguito suicida.IL FIABESCODeterminata, sicura delle proprie aspirazioni, in seconda elementare scrive sul quaderno: “Questo è il primo romanzo di Elsa Morante”. Scrive, in realtà, di tutto: filastrocche, poesie, favole per bambini, che pubblicherà sul Corriere dei piccoli, straordinario giornalino che tante generazioni ha accompagnato. Nonché racconti brevi, che usciranno sul Meridiano di Roma, su Oggi diretto da Mario Pannunzio e Arrigo Benedetti, sulla rivista L’Eroica. L’attenzione all’infanzia e la vocazione al fiabesco sono un fil rouge del suo talento. Conserverà sempre uno sguardo fanciullo sul mondo: non a caso, una raccolta di poesie si intitola Il mondo salvato dai ragazzini. Inoltre, Elsa possiede un temperamento “da menestrello": per capirlo basta ascoltare le parole della ballata Ai giochi addio, il cui testo lei scriverà per il film Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli.L’INCONTROLa ragazza vive con i suoi nel quartiere popolare di Testaccio, a diciotto anni va via di casa, si paga una stanza, studia Lettere, dà ripetizioni. Nel 1936 conosce Alberto Moravia, il cui vero cognome è Pincherle. Il giovane appartiene a una famiglia benestante, con cui abita in un villino di Roma, in via Donizetti 6. Il padre è un architetto ebraico; la madre, cattolica, ha in parte origini dalmate: sono legati da parentela con molti dei personaggi del tempo, fra cui i fratelli Rosselli. Afflitto da problemi di salute sin da ragazzo, Moravia ha sviluppato una grande passione per la letteratura, che sfocia nella pubblicazione del suo primo romanzo, l’esistenzialista Gli indifferenti; poi trascorre un periodo in America invitato da Giuseppe Prezzolini. Quindi incontra Elsa, con cui passa lunghi periodi a Capri e Anacapri.Nel 1941 i due si sposano in chiesa: il loro è un legame forte, ma costellato di alti e bassi. Lei nello stesso anno pubblica Il gioco segreto per Garzanti, poi un libro per ragazzi. La coppia frequenta l’ambiente intellettuale; dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 fugge da Roma occupata (lui è nell’elenco di ricercati dai tedeschi) per rifugiarsi a Fondi, in provincia di Latina. Tracce di questi luoghi si ritrovano ne La Ciociara di Moravia e ne La Storia della Morante. Elsa inizia a tradurre il diario di Katherine Mansfield, quindi scrive il romanzo Menzogna e sortilegio, che pubblicherà con Einaudi nel ’48 grazie a Natalia Ginzburg. Il libro, che tratta di una famiglia “disfunzionale”, viene poi tradotto negli Usa.Nel clima effervescente degli anni Cinquanta la coppia è molto in auge, frequenta l’ambiente del cinema, grandi registi come Rossellini, Antonioni, Fellini, Zeffirelli. Elsa tiene una rubrica, viaggia, riceve premi. Ha un carattere difficile, a volte aggressivo, forse perché soffre di una idrocefalia che le verrà scoperta tardi. Vive una complicata storia con il grande regista Luchino Visconti, ha diversi amori. Si separa da Alberto nel 1962, ma continua a rimanergli legata e lui la aiuta economicamente. Intreccia quindi una relazione con il pittore newyorkese Bill Morrow, che scompare cadendo da un grattacielo.L’IMMOBILITÀLa Storia, imbevuta di “epos bellico” e inserito fra i cento migliori libri di tutti i tempi, esce nel ’74, ottiene grandi consensi, al tempo stesso è oggetto di critiche, soprattutto da parte di una certa sinistra. Persino Pasolini, amico di Elsa, si mostra sfavorevole e il rapporto fra i due si rompe. Pur tuttavia, la Morante rimarrà molto colpita dalla drammatica fine del grande intellettuale. Nell’82 Elsa pubblica Aracoeli: mentre lo sta ultimando cade e si rompe il femore, per cui deve rimanere un lungo periodo immobile. Poi scopre di essere gravemente ammalata e tenta il suicidio nell’83. La salva la sua governante, ma la china discendente è inarrestabile e la Morante muore due anni dopo, per infarto. “La sua più grande attualità è essere inattuale”, ha detto Angela Bubba, autrice della biografia romanzata Elsa.