il Fatto Quotidiano, 26 aprile 2023
A che punto è l’indagine su Hunter Biden
Mentre il presidente Joe Biden si ricandida alla Casa Bianca, un altro Biden torna sotto i riflettori a Washington. Gli avvocati di Hunter Biden incontreranno in settimana il procuratore del Delaware David Weiss e un alto funzionario del Dipartimento di Giustizia per discutere di una lunga indagine sulle dichiarazioni dei redditi del tormentato secondogenito del presidente. L’incontro, riportato in prima battuta dalla Cnn, sarebbe stato richiesto dal team legale di Hunter Biden per avere un aggiornamento dopo un anno di indagini. Non sono previsti grandi sviluppi ma la notizia è rilevante perché riporta all’attenzione pubblica le vicende del controverso figlio di Biden, da tempo bersaglio di una campagna al vetriolo dei Repubblicani in vista delle elezioni del 2024. Nel caso in questione, i procuratori stanno valutando se richiedere un’incriminazione di Hunter Biden per presunti reati fiscali. Secondo la Cnn, che cita fonti a conoscenza dell’indagine, gli inquirenti starebbero valutando di muovere accuse minori per una incompleta dichiarazione dei redditi, un’accusa per aver sovrastimato delle spese, e un’altra riguardante l’acquisto di un’arma non regolarmente dichiarata. Hunter Biden, che non è stato accusato di alcun reato e si è dichiarato estraneo ai fatti oggetto dell’indagine, è uno dei bersagli dal Gop per il suo dichiarato passato di tossicodipendente e alcolista e specialmente per il periodo in cui era consigliere di Burisma Holdings, gigante privato del gas in Ucraina. I Repubblicani puntano il dito sul fatto che il padre in quel periodo era punto di riferimento a Kiev come vice del presidente Obama. Una commissione del Senato concluse che vi era stato un potenziale conflitto di interessi ma escluse eventuali reati. Chi invece pagò per un’interferenza fu l’ex presidente Donald Trump, messo in stato d’accusa al Congresso per aver chiesto nel 2019 al presidente ucraino Volodymyr Zelensky di indagare i Biden dopo avergli sospeso gli aiuti militari. L’attività di lobbista in Ucraina di Hunter Biden fu oggetto anche di rivelazioni contenute in un suo laptop guasto e trasmesse dall’avvocato di Trump Rudy Giuliani al New York Post durante le elezioni del 2020. A dare fiato all’inchiesta del fisco, che dura dal 2018, sono notizie di stampa di una lettera inviata da un agente dell’agenzia delle entrate (Irs) al Congresso. L’agente, che nella lettera ottenuta dalla Cnn non cita Hunter Biden per obblighi di legge, avrebbe chiesto al Congresso di ricevere una protezione per i whistleblower per denunciare interferenze politiche. Avrebbe anche detto di avere informazioni che sono in contrasto con una testimonianza del Segretario alla Giustizia, Merrick Garland, che al Congresso aveva promesso di non interferire nell’indagine.