ItaliaOggi, 26 aprile 2023
La cameriera e la Costituzione
Alfonso Celotto accomuna svariate attività. È un costituzionalista, ordinario a Roma 3, ma è altresì un cultore della maratona, e soprattutto è un gabinettista con pochi eguali. Sperando di non commettere dimenticanze, vanta infatti un denso passato: consigliere giuridico di Antonio Maccanico, capo dell’Ufficio legislativo di Emma Bonino e di Roberto Calderoli, consigliere giuridico di Giulio Tremonti, capo di Gabinetto di Fabrizio Barca e di Carlo Trigilia, capo dell’Ufficio legislativo di Federica Guidi, capo di Gabinetto di Giulia Grillo e di Maria Elisabetta Casellati. Non si può, dunque, addebitargli un indirizzo politico preferenziale.
A Celotto si devono ovviamente studi giuridici in abbondanza, specie nel settore dei decreti-legge, e vanno attribuiti altresì taluni scritti extravaganti, come Il dottor Ciro Amendola, direttore della Gazzetta ufficiale e Il pomodoro va rispettato.
Da ultimo ha pubblicato una summa di storia, politica, diritto, vita personale: Fondata sul lavoro. L’ambientazione risale al febbraio 1947 ed è incentrata su Carmela, ragazza tanto avvenente quanto distante dalla comprensione dei grandi problemi legati all’elaboranda Costituzione, capace tuttavia sia di afferrare la situazione generale sia di perfezionare il legame con il fidanzato Marcello. Carmela, donna di campagna (notevoli sono gli accenni alla condizione femminile nei paesi), lavora presso il Dottore, secondo la denominazione usata dall’autore, deputato alla Costituente e accorto studioso così della politica come nel diritto.
Carmela trova ogni mattina la scrivania del Dottore ricolma di appunti. Lentamente, comincia a capire e afferra che a monconi avanza la nuova Carta. Marcello è attratto dai frammenti che a volta a volta la ragazza riesce a recuperare. Nel frattempo giungono pressioni, tutt’altro che gradite, da parte tanto degli americani quanto dei russi.
La vicenda s’ingarbuglia, anche con pesanti rischi personali. Marcello riesce a tenersi fuori, con molta fatica, dei pericoli che l’ostacolano, mentre la stesura finale del primo articolo della Costituzione è messo insieme proprio da Carmela: ben più casualmente che non volontariamente. Nonostante le difficoltà di vario genere, politiche ma non soltanto, alla fine sia la ragazza sia Marcello la spuntano. E se nel caso di lei non emergono aspetti inattesi, ben altre novità investono il fidanzato, il quale è sì un aspirante magistrato, ma non soltanto e, a cose fatte, appena in apparenza.
Celotto riversa in un testo senza dubbio insolito e curioso la propria esperienza di costituzionalista, ma non manca di rifarsi a un’ormai inveterata accortezza narrativa, condita con una dose di fantasia alquanto fervida. Eventi storici solidi si frammischiano a vere ricostruzioni creative, stimolando il lettore a penetrare in aspetti reconditi dei personaggi descritti. Fra questi va ricordato come il nome di «Dottore» sia riservato all’accorto diplomatico (moderatore di tanti problemi che arrivano) soltanto in virtù della conquista del titolo di studio in giovanissima età.