il Fatto Quotidiano, 25 aprile 2023
La gente vuole ridere. Evviva la stand-up comedy
Critica sociale e affondo politico, licenza di insulto e divieto di autocensura. Poco altro: un microfono, un palcoscenico e, sperabilmente, un pubblico. La stand-up comedy, nata e pasciuta nei Paesi anglosassoni, da tempo è anche cosa nostra, i Louis C.K., i Dave Chapell, i Bill Burr hanno trovato copie difformi da Trieste in giù, le risate non hanno più bisogno di sottotitoli.
Non che i nostrani standupper non vantassero un albero genealogico autoctono: spettacolo dal vivo e argento vivo addosso, la schiatta di Beppe Grillo e Daniele Luttazzi, Paolo Rossi e Gioele Dix. Se mancava la parola, stand-up comedian, per dirlo, qual era la sostanza di siffatti monologhisti, quale la natura del tramite satirico tra palco e realtà? Sì, la stessa.
Oggi abbiamo i nomi – iniziamo a buttarne lì qualcuno: Filippo Giardina, Giorgio Montanini e Saverio Raimondo, Edoardo Ferrario e Luca Ravenna, Stefano Rapone e Michela Giraud, Daniele Tinti e Laura Formenti – e anche le prove: la stand-up italiana vive l’età dell’oro, essendo uscita dalla pandemia con i crismi dell’industria, tra rischio d’impresa e azzardo d’autore.
La transizione del genere passa dai locali ai teatri, dagli amici ai podcast, dalle serate allo streaming, da Stand Up Comedy su Comedy Central di Sky a Lol – Chi ride è fuori su Prime Video e i comedy special di Netflix.
Venghino siori, l’immaginazione è al potere e il potere alla parola, e se gli albori duri e puri trascolorano ormai nel mainstream, gli standupper provano a sottrarsi all’iter culturale nazionale famosamente tracciato da Alberto Arbasino: bella promessa – solito stronzo – venerato maestro. La via promette di mantenersi mediana e non mediocre, gli incubatori hanno dato incubi al politically correct, sicché Satiriasi, il collettivo fondato da Filippo Giardina nel 2009, quindi Nemico pubblico (2014-2016) su Rai3 condotto e scritto da Giorgio Montanini, con Francesco De Carlo, ora demiurgo dello spettacolo Limbo, e Daniele Fabbri tra gli autori, infine e sempre Comedy Central, serbatoio e precipitato della variante italiana, con cinque stagioni di Comedy Central presenta… e on stage talenti irregolari quali Maurizio Lastrico ed Eleazaro Rossi.
Montanini forse non ha fatto scuola, di sicuro proseliti, e propheta in patria pochi giorni fa al Teatro dell’Aquila di Fermo ha infilzato beneficenza e guerra in Ucraina, femminismo social e teorie del complotto, fino all’aldilà: “Un cristiano in punto di morte invoca Dio, un ateo invece che fa? Invoca Galileo Galilei?”.
Su lunghezze d’onda non dissonanti, l’ubiquo Saverio Raimondo, battesimo autorale da Serena Dandini, per cinque anni host di Ccn sul solito Comedy Central, poi lo special Il satiro parlante nel 2019 su Netflix e, da apripista, il comedy album tricolore Live a Studio 33. Stoffa da podcast per Luca Ravenna, consacrato da Lol 2021, e Edoardo Ferrario, antesignano su Netflix con Temi caldi e su RaiPlay con Diamoci un tono, in Cachemire; Daniele Tinti e poi anche Stefano Rapone nel seminale Tintoria, progetti che rimbalzano tra teatri e studi di registrazione, con il live per condizione e i fan per dedizione.
Gestazioni pandemiche, tour con tappe milanesi illustri dall’Arcimboldi al Franco Parenti, accorpamenti con guest quali Zerocalcare e Valerio Lundini, temi pe(n)santi e trattazioni pulsanti, le coppie al microfono snelliscono le famiglie allargate di un tempo, sistematizzano gli open mic nei localetti delle origini e segnano un punto: la presa sull’immaginario collettivo. Alessandro Gori, alias lo Sgargabonzi o, ipse dixit, “il Sid Vicious della satira”, ha chiuso al Rossellini di Roma dopo una quarantina di repliche il tour di Superconfessioni megamorenti, con ospiti Ferrario, Rapone, De Carlo e, nume tutelare di ogni verbalizzazione surrealista, il sommo Nino Frassica.
Compagnia di giro? Sì. Boys club? Non più. Daniela Delle Foglie, in carnet il libro L’amore va nell’umido? e la serie ExtraVergine, la già Natural Born Comedians e Italia’s Got Talent Formenti, e Michela Giraud, capace di assestare ripetuti colpi alla declinazione unica tra tv generalista, Lol, il comedy special La verità, lo giuro! e, perché no, il singolo Mignottone pazzo.
Di tutto, di più: la stand-up comedy è la nuova frontiera della comicità e, insieme, un vecchio modo di affrontare la vita. Implica prendersi delle libertà per dire la verità, ed entrambe le cose fanno male. Del resto, contro ogni volemose bene, colleganze e circolini compresi, ha già detto Louis C.K.: “‘Fanculo!’. Questo è l’atteggiamento che tiene unita una famiglia”.