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 2023  aprile 25 Martedì calendario

Kenya, la setta che digiuna per incontrare Gesù

Decine e decine di cadaveri sepolti sotto un velo di terra a pochi chilometri da Malindi, uno dei più conosciuti luoghi di vacanza e di residenza in Kenya per tanti italiani.
La scoperta degli investigatori locali è da film dell’orrore: un pastore, Paul Mackenzie Nthenge, ha convinto i suoi fedeli a lasciarsi morire di fame «per incontrare Gesù», come hanno raccontato alla polizia locale i sopravvissuti, tutti kenioti, come i 58 cadaveri rinvenuti fino ad ora. Le ricerche continuano e il timore è che le vittime siano molte di più.
«Ero in un momento difficile della mia vita. È successo tutto molto lentamente, in modo subdolo – ha raccontato M.Y., una giovane donna, alla polizia – all’inizio mi sembrava di aver trovato la luce. Il pastore mi aveva convinta che solo lui vedeva “la vera me”. Mi ha fatto sentire Gesù vicino. Ho creduto in lui. Poi quando capisci che la vita ti sta lasciando ti ci aggrappi. Se sei fortunato come me sopravvivi. Molti non c’è l’hanno fatta».
Quando le forze di sicurezza hanno fatto irruzione nella sala delle preghiere della Good News International Church hanno trovato una scena raccapricciante: c’erano una trentina di persone emaciate e ridotte a poco più che scheletri, circondate da escrementi. All’esterno, in un terreno di proprietà del sacerdote di oltre 300 ettari «sono state scoperte decine di tombe, tutte di adepti», ha dichiarato il capo dellapolizia della sub-contea di Malindi, John Kemboi.
Quattro delle persone trovate ancora in vita durante il blitz, avvenuto venerdì scorso, sono morte poco dopo il ricovero.La polizia ha arrestato il predicatore e ha chiesto al tribunale di Malindi di trattenere Mackenzie Nthenge più a lungo possibile, mentre continuano le indagini sui decessi dei suoi seguaci. L’uomo non ha risposto alle domande degli inquirenti e rifiuta di mangiare.Non è la prima volta che il capo dellaGood News International Church viene arrestato. Il predicatore era già finito in carcere nel 2017, accusato di vietare ai suoi seguaci di andare i figli a scuola, sostenendo che «l’educazione non è riconosciuta dalla Bibbia». La seconda, nel marzo di quest’anno, dopo la morte di due bambini della comunità, ridotti alla fame dai genitori. In entrambi i casi era stato rilasciato su cauzione.Il governatore locale ha denunciando la diffusione della setta, e la presenza di complici ancora a piede libero.Il presidente keniota William Ruto ha annunciato una vera e propria caccia all’uomo e ha promesso di reprimere tutti i movimenti religiosi ritenuti «inaccettabili», definiti «non diversi dai gruppi di terroristi». Intanto la polizia sta effettuando ricerche in tutta la foresta di Shakahola, sia per catturare gli adepti complici di Mackenzie Nthenge che per individuare altre sepolture.«Come ha fatto un crimine così odioso, organizzato e perpetrato per un lungo periodo di tempo, a sfuggire ai radar del nostro sistema di intelligence? Come ha fatto questo pastore a raccogliere così tante persone, a indottrinarle, sottoporle al lavaggio del cervello e affamarle a morte in nome dellareligione e poi seppellirle in una foresta senza essere scoperto?», è l’atto di accusa del presidente del Senato Amason Jeffah Kingi, il quale si è fatto portavoce della richiesta di giustizia dei familiari delle vittime.