La Stampa, 25 aprile 2023
La campagna per il turismo e le traduzioni tragicomiche
Tre milioni di euro per far tradurre il sito di promozione turistica nazionale “Open to meraviglia” e il risultato è che la cittadina marchigiana di Camerino diventa «Garderobe», «guardaroba», e quella toscana di Prato «Rasen», come l’erba. Ad accorgersene per prima la giornalista Selvaggia Lucarelli. Da lì in poi, pioggia di critiche e ilarità. Ma c’è poco da ridere.La cifra monstre, soprattutto visto l’esito discutibile, è stata pagata dal ministero del Turismo ad alcune società tra cui Almawave, del gruppo Almaviva, che si definisce «leader nell’intelligenza artificiale», e Accenture, altro colosso della consulenza digitale. «Almawave fornisce una prima traduzione automatica e, solo dopo l’attivazione di un terzo soggetto, effettua la revisione tramite traduttori madrelingua», fa sapere Almawave. Il terzo soggetto sarebbe invece Accenture, a quanto si apprende. «Nel caso degli errori per la parte tedesca», spiegano ancora, «ci risulta che, per ragioni non dipendenti da noi, i testi siano stati pubblicati senza richiesta di revisione finale da parte dei traduttori professionali, come previsto». In sintesi, Almawave respinge ogni responsabilità. Intanto, mentre infuria la bufera per la traduzione “maccheronica”, il sito in tedesco viene oscurato. «Questa campagna è mediocre come il governo. Non c’è creatività, né impegno», commenta Oliviero Toscani, autore di campagne fotografiche famose e discusse."Open to meraviglia” e la Venere di Botticelli scelta come icona erano già state investite da polemiche per le foto da archivio low budget (nelle quali figura una cantina vinicola slovena) e per la mancata registrazione del dominio internet opentomeraviglia.it