Corriere della Sera, 25 aprile 2023
Scrittrici nell’oblio da rivalutare
Chissà quanti conoscono, oggi, il nome di Gianna Manzini, una scrittrice che ha avuto, in vita, estimatori di grande prestigio, premi (Campiello e Viareggio) e riconoscimenti, ma che è caduta in un oblio quasi senza paragoni. Nata a Pistoia nel 1896 e morta nel 1974, ha scritto numerosi libri, tra romanzi, racconti e saggi. Ora un piccolo editore, Rina Edizioni, quasi in clandestinità (si affida solo alle librerie indipendenti) si pone l’obiettivo di riscoprire le figure femminili della letteratura dimenticate o addirittura «estromesse dal canone»: un programma ambizioso che già si distingue per le scelte fatte finora. Tra queste, Arca di Noè, di Gianna Manzini, un libro uscito da Casini nel 1953 con il titolo Animali sacri e profani. Manzini ha avuto una carriera letteraria non lineare, in cui prevale il tono introspettivo e memoriale: tra i suoi romanzi migliori, Lettere all’Editore, apparso nel 1945 per Sansoni e rilanciato nel 1993 da Sellerio. Lettrice convinta e precoce di Virginia Woolf, Manzini non è stata una scrittrice fortunata, ma questo bestiario in venti piccoli racconti su gatti, cani, pecore, bruchi, vacche, civette arriva al lettore in tutta la levità del narrare quotidiano e semplice, pieno di ironia e privo di moralismo, come notò Pasolini. E non è la sola scrittrice da «scoprire» per cominciare a sanare alcune ingiustizie maschiliste della nostra storia letteraria (del passato remoto ma anche del ‘900). L’editore Rina lo sa e ripubblica anche Paola Masino (Pisa 1908-1989), una voce di forza notevole e a tratti scandalosa che ciclicamente ritorna nella speranza di trovare un pubblico più ampio. Racconto grosso uscì per Bompiani nel 1941: sono dieci pezzi di «realismo magico», non graditi al regime (uno dei racconti più forti narra un caso di aborto con tanto realismo e poca magia). È vero che Manzini, compagna dell’influente critico Enrico Falqui, e Masino, compagna di Massimo Bontempelli, ai tempi partecipavano alla società letteraria più che altro come donne di..., ma oggi andrebbero finalmente liberate dalla tutela maschile e lette per ciò che furono. Ottime scrittrici del loro tempo. Come Alice Ceresa, autrice italo-svizzera nata cent’anni fa, cui si devono almeno due romanzi, La figlia prodiga e Bambine, che oggi svetterebbero su tanta narrativa molto acclamata.