Corriere della Sera, 23 aprile 2023
Demografia, le misure attuali in Italia
L’assegno unico universale che ha sostituito in gran parte gli assegni familiari è «una misura molto importante, che in un anno ha fatto segnare oltre 16 miliardi erogati per 6 milioni di nuclei familiari e 9 milioni di figli», ha detto il direttore generale dell’Inps, Vincenzo Caridi. In generale la misura spetta dal settimo mese di gravidanza per i nuovi nati. È prevista per ogni figlio con disabilità; per ogni figlio minorenne; per ogni figlio maggiorenne a carico, fino ai 21 anni che frequenti un corso professionale, vada a scuola o all’università; svolga uno stage o lavori con un reddito inferiore agli 8 mila euro all’anno.
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Migliorare le strutture scolastiche per la prima infanzia è uno dei capisaldi del Piano di ripresa e resilienza. Le risorse complessive messe a disposizione del Pnrr sono enormi: 4,6 miliardi di euro di cui 3,1 di nuove risorse Pnrr e 1,6 relativi a progetti in essere. Dei fondi Pnrr 2,4 miliardi riguardano la costruzione di asili nido (per l’età che va da 0 a 2 anni) e 600 milioni quella delle scuole dell’infanzia (da 3 a 6 anni) e dei poli dell’infanzia (che accolgono anche bambini 0-2 anni). Entro giugno vanno appaltati i lavori per l’edificazione e la ristrutturazione di asili nido e scuole dell’infanzia mentre a fine 2025 devono essere operativi i 264.480 nuovi posti.
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La premier Giorgia Meloni ha indicato anche il quoziente familiare come uno degli strumenti per favorire le famiglie che fanno figli. Quando si parla di quoziente familiare, si parla di dividere il reddito da tassare per il numero dei componenti della famiglia. Se il reddito è di 100mila euro e ci sono quattro membri, l’aliquota si applica su 25mila euro. Ma attenzione: si fa in sostanza una media dei due redditi e li si tassa con la stessa aliquota. Di conseguenza il marito che aveva il reddito più alto ha un’aliquota più bassa rispetto al caso in cui fosse single mentre la moglie con un lavoro part time avrebbe un’aliquota più alta.
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La Legge di Bilancio firmata dal governo Meloni ha modificato tra le tante misure relative al lavoro e alla famiglia, anche il congedo parentale. Nel dettaglio la norma così modificata prevede un mese di congedo parentale con indennità elevata dal 30% all’80% della retribuzione, fruibile in alternativa tra i genitori. Destinatari sono tutti i lavoratori dipendenti che terminano il periodo di congedo di maternità o, in alternativa, di paternità, successivamente al 31 dicembre 2022. I congedi parentali di maternità e di paternità fino al compimento dei 14 anni del figlio erano già stati rafforzati in precedenza dal Family Act del 2022.