Il Messaggero, 22 aprile 2023
Il segreto degli editori
Nel mondo dell’editoria libraria sono in tanti a fare un lavoro oscuro, si potrebbe dire anonimo. Si obietterà che è così in ogni campo lavorativo, ed è giusto; tuttavia, se si concepiscono e producono libri, prodotti cioè in cui il nome dell’autore del testo ha la massima esposizione (con quello dell’editore, quando il suo nome coincide con il marchio editoriale), quanto appena affermato è un indiscutibile dato di fatto. Guglielmo Tognetti è uno di questi “fantasmi” che nell’editoria occupano posizioni di rilievo, riuscendo spesso a determinare successi clamorosi. Un esempio: nel 2007, nella casa editrice Salani, fu lui, spalleggiato da Gianluca Mazzitelli, a decidere la tiratura iniziale di un milione di copie per Harry Potter e i doni della morte. Azzardo premiato dai lettori. Superati i novant’anni, Tognetti ha deciso di uscire dall’anonimato (riferito, l’anonimato, non agli addetti ai lavori, che non possono non conoscerlo), affidando a un libro fuori commercio le sue memorie. In questa vita felice, il compiaciuto titolo. Così è lui stesso a raccontare altro esempio come andarono le cose a proposito degli Oscar Mondadori: «Qui voglio parlare di quel martedì 27 aprile 1965 quando nelle librerie e nelle edicole questa la novità, il “libro settimanale” uscì il primo Oscar Mondadori, Addio alle armi di Hemingway, al costo di sole 350 lire, in un sano rapporto di uno a otto con i prezzi di copertina dei rilegati. E ho un buon motivo per volerne parlare, perché io c’ero e in una posizione di responsabilità». Si apprende, dalle memorie di Tognetti, che fu Arnoldo Mondadori ad averne per primo l’intuizione. «Per i nostri libri c’è un mercato anche in edicola: sarà bene pensarci», ebbe a dire l’editore ai suoi collaboratori, dopo essersi accorto che un romanzo di Maugham, pubblicato a puntate sulla rivista femminile Confidenze, era stato accolto con entusiasmo dalle lettrici. Altri tempi.Matteo Collura