la Repubblica, 22 aprile 2023
Vale la pena spendere una montagna di quattrini per andare su Marte?
Una buona domanda da fare ai vostri amici: se tu fossi Elon Musk, spenderesti quella montagna di quattrini per andare su Marte oppure per bonificare i deserti?
L’ennesimo razzo esploso dopo il lancio viene definito «un passo avanti» dallo stesso Musk (anche Willy il Coyote, quando mette un piede oltre il baratro, è convinto di avere fatto un passo avanti).
Ma a noi con i piedi sulla terra (pedoni? pedestri? terra-terra?) l’idea che un’astronave alta cinquanta metri sia andata in fumo, raggiungendo diversi suoi predecessori nel Cimitero degli Ordigni aperto e gestito da Musk, fa molta impressione. Non perché siamo contro la tecnologia – ne siamo dipendenti, e devoti ammiratori – ma perché ci piacerebbe che anche la tecnologia fosse dipendente da noi, e nostra ammiratrice.
Stiamo parlando di miliardi andati in fumo, e sebbene siano miliardi privati, anche grazie a un sistema fiscale molto benevolo con i ricchi, è inevitabile pensare a quante maniere più logiche e urgenti ci sarebbero per spenderli. Bonificare i deserti è solo un modo di dire, anche se esplicito ed efficace.
Significa riparare la terra, pulire l’aria, deplastificare gli oceani, dissalare l’acqua marina, sfamare gli affamati, e la lista è continuamente aggiornabile.
Credo di avere scritto questa stessa Amaca già per le precedenti esplosioni degli enormi petardi di Musk. Prometto di riscriverla identica anche in occasione dei futuri “passi in avanti” dell’amico Elon (basi spaziali alla deriva? Cavi divorati da topi astronauti?) perché da questa domanda non si scappa: disponendo di una vagonata di miliardi, li spenderesti per andare (in cento, e tra cento anni) su Marte o per bonificare i deserti e stare meglio in tantissimi, qui e adesso?