La Lettura, 22 aprile 2023
Ménage a tre, con la bambola saggia
L’amore è un atto senza importanza, esordio di Lavinia Mannelli, è un singolare romanzo esistenziale, dal meticoloso minimalismo stilistico, che fonda la trama sul tema del distacco sessuale e spirituale tra amanti, complice la ripetitività pericolosa della realtà e dei sogni falliti.
A mettere in risalto la divisione emotiva tra Giulia e Guido – lui un insegnante che sogna di diventare un pittore professionista, lei arredatrice Ikea – è Tamara, la protagonista del libro, una bambola del sesso ultramoderna regalata da Giulia al suo compagno. Un dono inaspettato che, come una specie di assurdo oracolo trash, racconta i problemi della coppia via via che le si palesano.
È soprattutto la graduale e improvvisa consapevolezza della bambola a stupire. Tamara si scopre attenta spettatrice, addirittura sostenitrice, del programma tv Forum, del talk show Uomini e donne, delle televendite più bizzarre, del pettegolezzo più becero sui divi. Si percepisce sensibile, in grado di sfuggire alla stessa realtà a lei estranea, fino a sentirsi paradossalmente sola. È un’osservatrice ironica sulle dinamiche della coppia, sulle piccole fratture giornaliere. Comprende l’età che avanza in Guido, al punto tale di non riuscire a darsi pace sul perché questi non accetti il tempo che passa. Si stupisce di come due amanti non riescano a vivere serenamente la loro unione cucinando piatti creativi come quelli del programma Melaverde. Insomma, Tamara non può essere solo una bambola del piacere.
Come ha fatto a prendere coscienza, con disincanto, malinconia, maturità, su temi umani come lo spegnimento dell’amore e del desiderio tra Giulia e Guido? «Nonostante la resistenza tipica dei Pesci, tuttavia, a volte la fatica della postura le pesava così tanto che Tamara viveva nel terrore di non riuscire a trattenerla, disperandosi quando le unghie vibravano al passaggio di un vortice d’aria. Lo dicevano anche i rivenditori di Marion che tutte quelle ore passate nella stessa posizione non facevano bene. Altrettanto rigida e spinosa doveva essere la carcassa di quella faina morta che i cameramen de L’Arca di Noè avevano colto nell’attimo in cui il corpo non era ancora freddo, ma il sangue si era già tutto coagulato. Le braccia le si facevano dure come piombo. I palmi delle mani si intirizzivano come sassi appuntiti nel vano tentativo di scaldare le sue cosce. Se solo avesse potuto spegnersi da sola!».
L’amore è un atto senza importanza sembra essere il gemello, più mite e ironico, della raccolta di racconti Il collezionista di bambole di Joyce Carol Oates. Con una lingua puntuale, composta, intelligente – dal pungente passo satirico attorno alle emozioni e alla società moderna – il romanzo sembra evocare due pellicole underground paradossali, Lars and the Real Girl di Craig Gillespie e Lonesome Jim di Steve Buscemi. Come nei due film, in cui la solitudine spinge i protagonisti a ricercare le diversità per compensare il crollo dei sentimenti nel fallimentare presente, il romanzo mostra lo stesso meccanismo compensativo.