La Stampa, 21 aprile 2023
Ritratto di Kirill
Mentre combatteva l’Occidente corrotto e l’ossessione del consumo, Kirill consumava, a sua volta. E non poco. La Chiesa ortodossa russa ha definito «un’assurdità» le voci di ville sul Mar Nero e yacht, conti in Svizzera e orologi da decine di migliaia di euro (ma con un Breguet da 30mila dollari è stato fotografato ancora nel maggio 2022). Eppure Novaya Gazeta scrisse (senza mai arretrare) che Kirill era intestatario di conti correnti tra quattro e otto miliardi di dollari: in Svizzera, Austria e – ça va sans dire – Italia. Il giornale russo aggiunse che la cifra esatta era difficile da stabilire, perché «il patriarca ha preferito mantenere i suoi risparmi in banche svizzere, da dove solo negli ultimi anni sono stati parzialmente trasferiti in Austria e in Italia (probabilmente sotto le garanzie del Vaticano)». I monaci ortodossi in teoria fanno voto di non possesso quando vengono ordinati, ma ciò non sembra aver fermato l’accumulo di Kirill. Il collettivo di reporter indipendenti russi Proekt ricostruì che il patriarca possiederebbe, insieme a due dei suoi cugini di secondo grado, immobili per 2,87 milioni di dollari a Mosca e San Pietroburgo. La seconda dei due cugini, Lidia Leonova, di 73 anni, avrebbe a Mosca una casa del valore di circa 600mila dollari su Gagarinsky Pereulok, più una di 533mila dollari a San Pietroburgo sul Kryukov Canal. L’appartamento sul canale ha una storia nella storia interessante: le fu donato nel 2001 da un uomo d’affari, Alexander Dmitrievich, grande amico di Kirill, pochi mesi dopo che il sindaco di Mosca aveva ritirato le pretese del Comune in un contenzioso contro colui che, secondo Proekt, era un presunto partner commerciale di Dmitrievich, un italiano di nome Nicola Savoretti (uno dei non pochi contatti italiani del religioso). Savoretti replicò che Kirill non si era adoperato per la risoluzione di quella vicenda e di non avere progetti in comune con Dmitrievich.
Carte in possesso di collettivi di giornalisti indipendenti russi hanno poi consentito di ricostruire che Kirill avrebbe una residenza sul Mar Nero vicino a Gelendzhik, la cui costruzione è stata stimata in un miliardo di dollari, che appartiene formalmente alla Chiesa ortodossa russa ma dove non è permesso libero accesso nemmeno ai vescovi, rilevò Novaya Gazeta. La residenza di Gelendzhik, casualmente, non è lontana dal celebre palazzo di Putin di cui ha parlato Alexey Navalny. Kirill possiederebbe poi azioni in una serie di proprietà immobiliari tra Mosca, Smolensk e Kaliningrad, e uno chalet vicino a Zurigo. Il tutto prescindendo da venti residenze che formalmente appartengono a varie organizzazioni religiose che sono emanazione della Chiesa ortodossa russa. Una specie di miracolo dorato, come le icone ortodosse del grande Andrey Rublev.
(...) Altre storie, tipo i suoi presunti aerei, ci hanno riportato ancora una volta in Italia, da dove sono decollati alcuni dei voli di Kirill verso la Grecia, la Crimea, la Siberia. Chi proteggeva il patriarca miliardario nel Belpaese? Forse lo stesso Vaticano? In un documento ufficiale del 2 giugno 2022, l’Office of Foreign Assets Control del Dipartimento del Tesoro americano ha posto sotto sanzioni una apparentemente oscura società aerea di San Marino, a diciannove chilometri da Rimini. La Srl Skyline Aviation (Skyline) è coinvolta per aver operato avanti e indietro in Crimea con l’aereo targato T7-OKY, nel quale la società aveva cointeressenze. Secondo gli americani, lo schema costruito era questo: jet di proprietà di Vtb Bank, la banca braccio del comparto militare industriale del Cremlino, erano controllati dall’amministratore delegato di Vtb Bank, Andrey Kostin – che ha ricevuto un’alta onorificenza dalla Repubblica italiana poche settimane prima dell’invasione russa in Ucraina. I velivoli sono stati trasferiti a una società offshore anonima, ma per gli Stati Uniti il capo dello staff di Kostin gestisce ancora questi jet, che vengono materialmente operati dalla società sanmarinese, Skyline. Cosa c’entra Kirill è presto spiegato: tracciando i voli di uno degli aerei di Skyline, si è scoperto che il patriarca ha ripetutamente usato, quasi in esclusiva, un jet privato Gulfstream G450 del valore di 43 milioni di dollari, targato T7-ZZZ, intestato a una società offshore dell’Isola di Man chiamata Helter Management Ltd, riconducibile a Vtb Bank. La società sanmarinese si occupava di assicurare anche comodi trasferimenti per la conduttrice televisiva di Stato Nailya Asker-Zade e per la moglie del primo ministro Dmitry Medvedev, stando a due inchieste della Fondazione Navalny. Tra il 2013 e il 2016, il passeggero di gran lunga più frequente del Gulfstream è stato appunto Kirill. Altre volte (molte meno) sono stati passeggeri l’ex capo dello staff del Cremlino Sergey Ivanov, il vice primo ministro Yuri Trutnev, l’inviato presidenziale Nikolai Tsukanov.
La Chiesa ortodossa sostiene che questi voli fossero offerti da mecenati e donatori privati. La Skyline è stata messa in liquidazione il 26 novembre 2021. Il direttore generale dell’Autorità dell’Aviazione civile, la navigazione marittima e l’omologazione della Repubblica di San Marino, Marco Conti, ha emesso un comunicato per dire che «durante il periodo di attività (16 agosto 2016-8 aprile 2021) non ha mai compiuto infrazioni o irregolarità alcuna».
Anche nelle migliaia di carte ricostruite nell’inchiesta Magnitsky – che ha consentito al team di Bill Browder di svelare una truffa miliardaria compiuta dagli uomini degli apparati russi, protetti direttamente da Putin – emerge che diversi fondi illeciti di quella celeberrima frode erano finiti in Italia. Secondo una inchiesta de La Stampa, dalle holding offshore legate al caso Magnitsky arrivano in Italia quasi 90 milioni di euro. Non è possibile dire con certezza che questi soldi siano tutti provenienti dalla vicenda denunciata da Browder, le stesse strutture societarie e i conti correnti a queste collegati, secondo quanto ricostruito, potrebbero essere state utilizzate da soggetti diversi in tempi diversi. Ma sui 230 milioni della frode fa un bell’effetto. Il team di Browder fa un passo in più: «Ci sono stati bonifici dalla rete di riciclaggio di denaro al conto personale in Italia di uno dei più importanti sacerdoti della Chiesa ortodossa russa, l’archimandrita Philip (nome civile Andrey Vsevolodovich Vasiltsev)». I bonifici di cui è stata trovata traccia documentale ammontano ad almeno 435.623 dollari in 32 rate sul suo conto personale nel Monte dei Paschi di Siena. Non abbiamo potuto verificare indipendentemente l’appartenenza di quel denaro alla provvista Magnitsky. Il prelato – poi nominato al rango di abate e segretario dell’amministratore del patriarcato di Mosca in Italia – è stato, si legge sul sito ufficiale del patriarcato, presidente della Fondazione Santa Caterina la Grande Martire a Roma e «responsabile della costruzione della Chiesa di Santa Caterina presso la Villa russa Abamelek a Roma». Villa Abamelek è la residenza dell’ambasciatore russo a Roma.
Una sera, parlando alla tv bulgara, Valery Simeonov, vice primo ministro della Bulgaria, disse di Kirill: «Quest’uomo non è disceso dal cielo, non è venuto dal paradiso e non è un inviato di Gesù Cristo. È conosciuto come il “metropolita del tabacco” russo. Dal 1996 ha importato 14 miliardi di dollari di sigarette e quattro miliardi di dollari di “vino della Chiesa”.
Possiede anche un jet privato. Il suo orologio costa 30mila dollari. Chi è lui? Non è un sacerdote dell’Europa orientale. È l’agente Mikhailov, agente di secondo grado del Kgb sovietico». —