La Stampa, 21 aprile 2023
Se le donne leader di partito fossero quattro
La vittoria elettorale e poi l’arrivo di Meloni alla guida del governo hanno aperto una stagione in cui – finalmente, verrebbe da dire! – le leadership femminili si stanno affermando nei partiti. Il Pd, al termine di un lungo percorso congressuale, ha scelto a sorpresa Schlein, che sta dimostrando di saper governare il complicato sistema delle correnti e delle varie anime della sinistra, non altrettanto quelle dei cattolici centristi. E punta a una campagna elettorale per le Europee del prossimo anno giocata tutta sull’antagonismo tra lei e la premier, che ha già cominciato a preparare con le sue prime uscite parlamentari. Dopo il ricovero di Berlusconi in gravi condizioni, fortunatamente superate, si è tornati a parlare della possibile successione al vertice di Forza Italia della figlia Marina. Che non ha affatto voglia, ma sarebbe la sola che il padre, e i manager Mediaset che hanno sempre visto il partito del Cavaliere come un ramo d’azienda del gruppo, accetterebbero in caso di necessità.
Ma anche nei 5 stelle, dopo il tramonto di Grillo, nel Movimento ricostruito a misura di Conte, s’affaccia una sfidante: Raggi. L’ex-sindaca di Roma è stata la protagonista, con la sua lista civica, del sit-in di mercoledì in Campidoglio contro il termovalorizzatore di Roma voluto dal sindaco Gualtieri. Argomento che fece da detonatore alla crisi del governo Draghi, aperta proprio dall’avvocato del popolo e seguita dalle elezioni anticipate. Raggi non ha fretta: a sentire chi le è vicino punta sul logoramento del leader e sulla possibilità che dopo i mediocri (ma comprensibili in quel tipo di consultazioni) risultati elettorali nelle amministrative, anche alle Europee Conte possa non centrare l’obiettivo di una ripresa superiore a quella delle politiche, dove pur avendo quotazioni disastrose nei sondaggi, è riuscito a conseguire un dignitoso 15 per cento. In questo caso Virginia sarebbe pronta a farsi sotto, forse anche con l’aiuto di Di Battista, uscito dal Movimento ma rimasto nei dintorni. Così quello che sembrava poter essere un derby di primavera tra Meloni e Schlein, potrebbe allargarsi e preparare una gara tra quattro donne. Con un unico vero sfidante, pronto a giocare la partita con qualsiasi mezzo e anche a mollare colpi sotto la cintura: Salvini.—