la Repubblica, 21 aprile 2023
Intervista a Blanco
Blanco corre per strada in skate.
Blanco in posa con un levriero in braccio. Blanco vestito di bianco che insegue un palloncino verde. Blanco e i tatuaggi esibiti come murales, graffiti di una vita giovane che ha già tanto da raccontare. Blanco a testa in giù o come un Cristo del Mantegna sul divano. Blanco innamorato.
Blanco eInnamorato, titolo del nuovo album: tutto dedicato all’amore. Blanco su una bici, che fa zig zag nello studio alla fine dello shooting e ci raggiunge per l’intervista. Blanco in mutande, pronto a mettersi a nudo con l’audacia guascona dei 20 anni, in una chiacchierata che sarà «più figa di quanto mi aspettassi bro’, ma che palle davvero ora la devi riascoltare tutta e scrivere?». Appunti e fotogrammi di una giornata con Riccardo Fabbriconi, puro talento e più potente caso di exploit della nostra musica in tempi recenti. Uno che in due anni è passato da «pizzaiolo della provincia di Brescia» alla fama, grazie alla fame con cui ha visto diventare viraliNotti in bianco e
Mi fai impazzire (2020-21), strappato un successo impensabile con il primo album Blu Celeste (2021), vinto un Sanremo con Brividi (2022). Fino aInnamorato, uscito da una settimana, che lo porterà negli stadi (Olimpico e San Siro) a luglio. Perché questo ragazzo avrà anche bisogno di scalciare e sbagliare, ma poi è capace di accarezzarti le emozioni con parole nuove.
Cos’è tutta questa voglia di raccontare l’amore?
«In realtà sono innamorato della vita, di tante cose, non solo dell’amore.
Poi sì, il brano che dà il nome all’album è dedicato a Martina, la mia ragazza. Ero a New York, con il team, mi mancava l’Italia e avevo appena conosciuto lei. Ho unito le due cose».
Un Blanco neo-romantico, comunque, tra ballate piene di alti e bassi, altari e polvere?
«Ho la fortuna di aver trovato un modo per esprimermi: la musica. Mi piace la fase in cui ti innamori e sembra tutto incredibile. Come quanto ti metti sdraiato a vedere un tramonto e dici: “Wow, che meraviglia è la vita?”. Ma mi piace anche quello stare un po’ male che ti dà ispirazione, in cui spesso scrivi le cose migliori. Se sei solo felice, spensierato, non produci nulla di buono».
Però in “Lacrime di piombo” “ricorderai ogni fanculo come un ti amo regalato, come fosse un boato”.
«Dipende da come te lo dicono, quelfanculo. Io ho pensato a quelli detti come un “ti amo”. Che dici per dire che ci tieni tantissimo. Poi ci sono anche quelli che è bello dire in modo cattivo. O, per esempio, mentre stai scopando. Il mio consiglio è dirne qualcuno, sennò finisce che te li tieni per sempre dentro».
L’ultimo che ha ricevuto e detto?
«Alla mia ragazza, in maniera democraticamente reciproca».
E invece chi sono il “diavolo sulla spalla destra e l’angelo sulla sinistra” di “Anima tormentata”?
«Ho pensato alle scelte di pancia e a quelle di testa. Le prime sono demoniache, cattive forse, ma le più vere.
Quelle di testa, più ragionate, sono l’angioletto sulla spalla sinistra. Come si può immaginare, ne faccio molte più di pancia».
Sappiamo che ama correre, anche nudo nei boschi. In “Scusa” dice che “co, co, corre nella notte e non tornerà”. Da cosa fugge oggi Blanco?
«Da niente, sennò diventi schiavo delle tue fughe.
Piuttosto mi faccio investire, travolgere. E non perché le cose mi scivolino addosso, ma perché me la voglio vivere bene. Se scappi da te stesso, dalle responsabilità, continuerai a farlo tutta la vita. E sarà una vita di merda. Io invece, anche quando me la spalano addosso, provo a dirmi: “e ‘sti cazzi”. C’è gente che soffre, non ha nulla o con 2 euro in tasca è felice. Poi incontri milionari, milioni di euro e follower, che hanno la tristezza negli occhi».
L’ultima cosa che ha preso di petto e che il Riccardo di qualche anno fa invece avrebbe svicolato?
«Vuoi arrivare a parlare di Sanremo e delle rose, lo sapevo: sei un bastardo (ride,ndr ).Comunque sì, penso sia stato Sanremo. L’ho affrontato, sono qui, continuo a essere me stesso, a fare il mio».
Pensavamo piuttosto a qualcuno a cui ha fatto del male e che non è riuscito poi a gestire.
«Questo è un problema. Soprattutto con le persone alle quali voglio molto bene. Tendo a non affrontare le questioni, il confronto diventa impossibile e finisco per dare ragione anche a chi ha torto. Lo faccio per non farli soffrire, soffrendo io di conseguenza».