la Repubblica, 21 aprile 2023
Scoperta la cellula dei capelli bianchi
C’è chi invecchia prima e chi resiste più a lungo. Ma anche nello stesso individuo ci sono organi che cedono al tempo prima degli altri. I primi a ripiegare in genere sono i capelli. Come mai diventino grigi quando il resto del corpo è ancora in forma è il rovello di una ricercatrice giapponese che lavora alla New York University. Mayumi Ito con il suo gruppo ha pubblicato su Nature la spiegazione del perché, a un certo punto della vita, i capelli diventino bianchi.
Il problema è alla base: nel follicolo, l’estremità del capello che affonda nell’epidermide. Qui si trovano le cellule staminali che, come in ogni organo, vivono restando immature e proliferando, pronte a trasferirsi nel punto in cui un tessuto subisce un danno per ripararlo. Le celluleche hanno il compito di dare colore ai capelli si chiamano melanociti e finché si resta giovani, dal punto di vista della chioma, le loro staminali fanno un gran lavoro, andando avanti e indietro nel follicolo per produrre il pigmento. A una certa età, però,è come se si stancassero. Smettono di spostarsi, si aggregano e trascurano il loro lavoro di ritintura.
Lo studio è stato condotto sui topi. «Ma è possibile che lo stesso meccanismo delle staminali dei melanociti esista anche negli uomini», spiegano Ito e i colleghi. «Se fosse davvero così, avremmo un percorso potenziale per far regredire o prevenire l’ingrigimento, aiutando le cellule bloccate a muoversi di nuovo».
Di più, rispetto a una causa formale e a un percorso potenziale, per il momento la scienza non offre. «Siamo ancora al livello della biologia di base. Non sappiamo spiegarci perché i capelli inizino a diventare grigi, né possiamo prevedere il momento in cui avverrà», spiega Fabio Rinaldi, dermatologo e direttore della startup milanese Human microbiome advanced project. «Stiamo però capendo quanto il follicolo sia centrale nell’ingrigmento e nella caduta dei capelli, in malattie come l’alopecia o la vitiligine».
Il “percorso potenziale” per ritrovare il colore perduto potrebbe un giorno passare per il metabolismo, con nutrienti capaci di stimolare le staminali dei melanociti. «Il cuoio capelluto sa assorbire molto bene. Si possono immaginare sostanze capaci di raggiungere i follicoli». prova a prevedere Bianca Maria Piraccini, direttrice del reparto di dermatologia al Sant’Orsola e professoressa all’università di Bologna. «Ma serve attenzione. Le staminali sono cellule delicate. Tutto ciò che le stimola può favorire i tumori». Non a caso l’articolo diNature fra le possibili applicazioni della ricerca cita una maggior comprensione dei meccanismi del melanoma.
Ito e il suo gruppo di sicuro andranno avanti con i loro studi, cercando di portarli dal livello di ricerca di base a quello di applicazione. Nel frattempo, dobbiamo affrontare il grigio che avanza con le conoscenze che abbiamo: «Teoricamente una dieta ricca di proteine dovrebbe aiutare la stimolazione dei follicoli, ma non consiglierei di mangiare carne per evitare i capelli bianchi. Difficilmente funzionerebbe», spiega Rinaldi. «Nell’ingrigimento c’è una componente genetica», aggiunge Piraccini. «Se nei genitori i capelli grigi si sono presentati presto, lo stesso accadrà probabilmente anche ai figli. Nelle donne la perdita del colore è più diffusa, mentre negli uomini i primi segni si concentrano sulle tempie. Il loro nome non è casuale: si chiamano così proprio perché mostrano i primi segni del tempo».