Corriere della Sera, 21 aprile 2023
Tutti i punti oscuri del caso Uss
Come nelle «cancellature» nei quadri di Emilio Isgrò, nell’informativa del ministro della Giustizia alla Camera le più interessanti sono proprio le cancellature che finiscono per far più risaltare il sottostante cancellato. Zero parole sul (non) ruolo dei servizi segreti, nemmeno nel controspionaggio di un russo al centro dei tanti allarmi americani che per Nordio «inondavano» gli atti. Zero parole sul (non) sequestro – al momento dell’arresto a Malpensa – dei telefonini e pc del russo, benché nelle date dia asettico conto che il ministero dell’Interno avesse ricevuto dagli Usa, e comunicato alle polizie, l’interesse americano al sequestro: un sorvolo che esime così dal dire se sia vero o no che, quando gli Usa richiesero il sequestro con una rogatoria al ministero della Giustizia il 12 gennaio 2023, riflessi non proprio da ghepardo fecero sì che il ministero la inoltrasse alla Procura di Milano il 17 febbraio, e che la Procura la eseguisse il 13 marzo.
Tipografica è poi la cancellatura che il ministro fa di parte della controversa ordinanza della Corte d’Appello il 25 novembre 2022 di arresti domiciliari a Uss con braccialetto elettronico dopo 40 giorni di carcere, in modo da giustificare con quest’asserita totale assenza di motivazione la «grave e inescusabile negligenza» dei tre giudici, incolpati disciplinarmente per la prima volta per il contenuto di una sentenza, per di più collegiale. Nordio infatti paragona il «motivatissimo, articolatissimo, fittissimo parere contrario della Procura generale» alle invece «cinque righe in cui la Corte diceva che questo signore ha una casa e una moglie, può usare il braccialetto ed essere scarcerato»: non legge però anche le venti righe soprastanti, nelle quali la certo scheletrica ordinanza della Corte elencava (giusto o errato che si ritenga il bilanciamento) i fatti che in base alle produzioni difensive risultavano discordanti rispetto alla prospettazione americana. E non è forse un caso che Nordio sull’azione disciplinare dica il poco e l’ovvio, e cioè che l’ha avviata ma che istruirla «spetta al procuratore generale della Cassazione», nel quale «solennemente» afferma di «riporre piena fiducia».
Su un altro tema (l’estradizione chiesta anche dai russi ma prima degli americani, e con il consenso di Uss), nuovo è il dettaglio di Nordio sulla nota del 22 novembre 2022 in cui «il Dag del ministero evidenziava al consigliere diplomatico del ministero che “sembrano esistere solide ragioni giuridiche, e non giuridiche, a sostegno dell’estradizione verso gli Usa”» anziché verso Mosca: scelta però o non adottata o non comunicata dal governo, se poi la Corte d’Appello ancora il 21 marzo 2023, nell’occuparsi dell’estradizione agli Usa per 2 accuse su 4 (ma non sul traffico d’armi), richiamerà la pendenza della richiesta russa per ricordare che su essa toccava al ministero esprimersi. E se proprio Nordio ieri ironizza sulla beffarda rinuncia il 5 aprile di Mosca all’estradizione di Uss ormai evaso il 22 marzo e già in patria, ciò comporta che a quella data il governo non avesse comunicato a Mosca il rigetto, o anche magari il congelamento della richiesta a causa dello stop alla cooperazione giudiziaria dopo l’invasione dell’Ucraina.