la Repubblica, 20 aprile 2023
Mes, balneari e recovery. Cosa non piace a Bruxelles
STRASBURGO – Una “minirevisione” degli obiettivi 2023 del Pnrr. Per non perdere i soldi delle prossime due tranche di finanziamenti e poi giocarsi tutto nel “grande ingorgo” dell’estate. Dove confluiranno tutte le correzioni al Piano di Riforme e Resilienza, e le scelte sul Mes e i balneari. Ecco il piano del governo che sta provocando la reazione infastidita della Commissione Ue. Si tratta di uno scacchiere su cui l’esecutivo di Roma si gioca tutti i suoi pezzi e sul quale Bruxelles inizia a muovere i pedoni comunicando una quota crescente di scetticismo nei confronti di Roma.
Palazzo Chigi ha infatti ormai deciso e comunicato agli uffici comunitari che ad aprile non presenterà la nuova formulazione del Piano. Lo farà a luglio. Il gabinetto italiano non considera perentoria la scadenza di questo mese. Nel frattempo però ha chiesto di rivedere gli obiettivi del semestre in corso. Per non perdere i soldi, sostanzialmente il ministro per i Rapporti con l’Ue, Raffaele Fitto, ha contattato la Commissione per eliminare gli impegni “irraggiungibili” dalla lista del semestre in corso. Di fatto vuole anticipare i “ritocchi” anziché attendere l’esame successivo.
Una tattica, però, che a Palazzo Berlaymont non convince del tutto. Per due motivi. Il primo: costituisce un precedente e nessuno vuole trovarsi dinanzi ad una situazione di fatto in cui l’Italia torni ad utilizzare questo metodo anche per le successive scadenze. Non si fidano, cioè, che poi in estate venga effettivamente ricalibrato l’intero Pnrr. Il secondo motivo: è un segnale che indebolisce l’Ue e rendepiù intransigenti i “falchi” del nord in vista dei prossimi impegni.
Proprio per questo il governo italiano, consapevole delle difficoltà, sta mettendo sul tavolo almeno altri tre dossier da collegare in un’unica trattativa. E guarda caso tutto entrerà nel vivo tra giugno e luglio, in una sorta di “ingorgo europeo”. Dal quale l’Italia può uscire con le ossa rotte, mentre l’Unione europea può precipitare in una grande paralisi.
L’altro dossier è il Mes. Palazzo Chigi vuole, appunto, prendere tempo per arrivare all’estate. La ratifica non è prevista prima di due mesi e Meloni vuole legarla al buon esito delle trattative sulle due prossime tranche di fondi del Recovery. Non è un caso che abbiano avanzato una “prerichiesta” per utilizzare anche gli stanziamenti del RepowerEu. Senza questa mossa non sarebbe possibile aspettare luglio per la definizione del nuovo Piano.I “frugali” del nord sono in fermento. La Germania ha già formalmente protestato per la mancata ratifica del Meccanismo di Stabilità che blocca uno strumento fondamentale per i salvataggi delle banche in crisi.
Il secondo dossier, riguarda la normativa sulle concessioni balneari. Come previsto, ieri la Commissione non ha presentato la lettera per la procedura di infrazione. Devono almeno aspettare la sentenza della Corte Ue che dovrebbe esprimersi sull’argomento oggi. Poi nelle prossime settimane potrebbero compiersi gli ulteriori passi. Proprio per questo anche su questo terreno tutto slitterà di un paio di mesi. E ancora ci ritroviamo tra giugno e luglio. Un negoziato su tre tavoli, dunque, che sta facendo infuriare la Commissione e le principali Cancellerie, a cominciare dalla Germania e la Francia. Che potrebbero far ricadere le conseguenze sulla riforma del Patto di Stabilità. Un passaggio fondamentale per l’Italia: dal primo gennaio tornerà in funzione e se non si cambiano le procedure per il rientro dal debito eccessivo, la situazione italiana diventerebbe immediatamente critica. Il nuovo testo verrà esaminato alla riunione dell’Ecofin a Stoccolma sabato 29. Lì si capiranno le reazioni. E se le regole sul debito potranno essere accettabili per Roma o se, come più probabile, verranno inserite clausole che di fatto esporranno il nostro Paese ad una sorta di commissariamento.
Il governo Meloni appare pronto a cedere sui balneari e sul Mes. Ma le modalità stanno innervosendo pezzi sempre più importanti e ampi dell’Unione europea. Un gioco al “rischiatutto” con una sola puntata da trasmettere in estate.