la Repubblica, 20 aprile 2023
Intervista a Giovanni Maria Flick
Lei è stato Guardasigilli ed è un illustre avvocato nonché ex giudice e presidente della Consulta.
Cosa pensa del conflitto che Nordio ha scatenato contro i giudici di Milano?
«Cito un illustre ex presidente della Corte costituzionale, mio predecessore, che alla domanda “cosa pensa di Nordio?” ha risposto “io non penso”».
Lei parla di Gustavo Zagrebelsky. E questo “non pensare” ha una caratura negativa dopo le notizie sull’azione disciplinare di Nordio?
«Ha una caratura di perplessità di fronte a un’iniziativa che sembra basata su una “grave e inescusabile negligenza” dei magistrati della corte d’Appello nel decidere di sostituire con i domiciliari e il braccialetto elettronico la custodia in carcere di una persona nel procedimento d’estradizione».
La legge del 2006 sulla responsabilità disciplinare dice però che la contestazione èpossibile “solo” davanti a “un errore macroscopico o a una grave e inescusabile negligenza”.
«Esatto, dice proprio così. E dice anche che non si può confondere la diversa valutazione di un fatto, giusta o sbagliata che sia, con la “grave e inescusabile negligenza” perché sono due cose molto diverse».
In che senso?
«L’errore, se non è macroscopico, non può configurare un illecitodisciplinare neppure sotto il profilo di una “grave e inescusabile negligenza”. È un errore che, se esiste, va corretto dal pm che impugna la decisione di non mantenere la custodia in carcere».
L’Anm parla di “una grave invasione di campo nella giurisdizione” ed è pronta a “difendere i valori costituzionali”. Lei li vede in pericolo?
«Nonostante le perplessità che piùvolte ho manifestato di fronte a certe loro prese di posizione che sembravano debordare nella sfera solo politica o corporativa, stavolta sono d’accordo e sono solidale con la preoccupazione della magistratura».
Gli avvocati della Camera penale di Milano parlano di “forte elemento di intimidazione” da parte di Nordio.
«Condivido la perplessità e il timore degli avvocati anche di fronte al rischio che questo possa diventare uno stimolo per evitare in generale la concessione dei domiciliari».
Sarebbe singolare, perché il ministro garantista Nordio ha sempre criticato l’eccessivo ricorso al carcere, tranne in questo caso.
«Concordo e proprio per questo mi auguro che al più presto vi sia una trasparenza totale e per tutti su questa vicenda».
Una toga come Nello Rossi dice di non aver mai visto un’azione disciplinare “per il solo fatto di non condividere la decisione assunta”.
«La legge non lascia spazi di interpretazione che consentano di entrare nel merito della decisione, giusta o sbagliata che sia, a meno che non sia stato commesso un errore macroscopico o una negligenza grave e inescusabile, come aver ignorato o travisato una prova evidente. In altre parole, l’illecito disciplinare non può mai consistere nel punire una valutazione sbagliata o difforme da quella di altri».
Il Guardasigilli per un’estradizione può imporre la detenzione in carcere?
«Il ministro ha una presenza molto attiva nella procedura per il suo evidente carattere politico oltre che giuridico, ma non fino al punto di imporre ai giudici la detenzione e le sue modalità una volta che la richiesta sia pervenuta. Mentre, in attesa che arrivi, può chiedere la misura coercitiva».
Non risulta che Nordio lo abbia fatto. Ma un fatto è certo: dopo la sua azione disciplinare contro Milano, ogni magistrato avrà paura di un intervento simile.
«Mi auguro di no, ma ho paura che possa crearsi un clima di interferenza per via di decisioni politiche che possono comportare conseguenze sull’attività giudiziaria. Per essere chiari aggiungo che la trasparenza è urgente anche perché in questo caso coesistevano due istanze di estradizione, una verso gli Usa con l’opposizione di Uss, l’altra verso la Russia con la sua ovvia adesione, pervenuta due giorni prima. In questo contesto la chiarezza è essenziale da subito».
Sta pensando alla sua esperienza da Guardasigilli nel caso Priebke?
«Sì, certo, anche se allora le due richieste, una italiana e una tedesca, verso l’Argentina si conclusero con la possibilità di completare il procedimento penale nei confronti di Priebke nel rispetto della legge; mentre ora è finita con la fuga di Uss che ha evitato al governo italiano l’imbarazzo di decidere».