Corriere della Sera, 20 aprile 2023
Intervista a Simone Coccia Colaiuta, lex di Stefania Pezzopane
Stefania Pezzopane, già deputata e senatrice del Pd e presidente della Provincia dell’Aquila negli anni drammatici del terremoto del 2009, ha raccontato commossa a Domenica in la fine della «storia eccezionalmente bella» con Simone Coccia Colaiuta. Ma non ha nascosto che i loro nove anni insieme sono stati accompagnati dallo «sguardo torbido» di chi non ha mai smesso di giudicarli, anzitutto per la differenza di età (lui ha 23 anni meno di lei). Da casa all’Aquila, Simone la stava guardando e si è «emozionato». Tuttavia, in un post su Facebook poi si è sfogato: «Tutti che si preoccupano della sofferenza di Stefania, come se io avessi un cuore di pietra. Nessuno si è preoccupato di come sta Simone». Eccoci, dunque.
Simone, come sta?
«Bene, ma sono dispiaciuto, dopo 9 anni bellissimi, importanti. Non potevamo andare ognuno per la sua strada, ci sentiamo tutti i giorni».
Chi ha deciso la rottura?
«Da persone adulte e intelligenti, ci siamo seduti e abbiamo preso la decisione. Ma il tema l’ho posto io, facendole notare che il nostro rapporto era completamente cambiato: Stefania, le ho detto, ma ti piacerebbe stare con un fidanzato che non vedi mai? Gli impegni di lavoro hanno tolto troppo tempo alla relazione».
Quelli di Stefania o i suoi?
«Io ero impegnato, lei super impegnata. Ma mentre io esco alle 8 e torno la sera alle 18, lei esce alle 7 e rientra anche a mezzanotte. Lo capisco, eh. Ma nel tempo la relazione si indebolisce. Erano settimane che ci si vedeva una volta, forse due, la sera per mezz’ora: non era sufficiente».
Pezzopane non era più libera, fuori dal Parlamento?
«Gli impegni per lei sono sempre gli stessi, perché è consigliera all’Aquila, spesso va a Roma per il direttivo nazionale del Pd, partecipa a eventi politici e sociali».
Perché non vi siete sposati?
«Perché in fondo facevamo già una vita da sposati».
Mai sentito inadeguato?
«Anche no, io mi sono sentito all’altezza: dietro un grande uomo c’è una grande donna, e vale anche al contrario. Semmai mi ha fatto sentire inadeguato una certa mentalità retrograda. Ma sono felice di essere stato con Stefania un punto di riferimento per tutte le coppie che vogliono vivere come preferiscono».
La differenza di età è mai stata un problema?
«Per me mai. Per fortuna abbiamo entrambi caratteri forti e siamo andati avanti contro tutto e tutti vincendo battaglie in Tribunale, minacce, diffamazioni, ingiurie e una tentata estorsione».
Lei ha un figlio, Loris, e Pezzopane una figlia, Caterina. Come l’hanno presa?
«Male, sono dispiaciuti. Loris sta per compiere 18 anni, Caterina ne ha 24. La cosa positiva è che questa storia si è chiusa con amore, senza colpa, senza rancori».
Ha scritto che nessuno si preoccupa del suo dolore.
«Sì. Tutti a dire povera Stefania, come se avesse subito un’ingiustizia o fosse stata fidanzata solo lei. Se dalla signora Venier ha mostrato lacrime di dolore vuol dire che qualcosa di buono l’ho fatta. Nessuno pensa che anche un uomo soffra. Altro che povera Stefania: è stata fortunata!».
Anche lei.
«Certo, perché Stefania è una donna completa, intelligente, sincera, umile, generosa. Sono stato geloso di lei, come lei di me».
Adesso che è libero ricomincerà con gli spogliarelli?
«Siccome il fisico me lo permette, probabilmente sì».
Che lavoro fa?
«Lavoro nello spettacolo, faccio serate. E gestisco un mio museo sulla Grande Guerra: sono ricercatore autodidatta e divulgatore delle imprese di D’Annunzio».
Scelga un momento di questi nove anni.
«Quando è entrata alla casa del Grande Fratello e l’ho presa in braccio. E poi tanti momenti privati, come una passeggiata: perché non è il contesto a rendere bello un momento, ma la persona con cui lo condividi».