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 2023  aprile 18 Martedì calendario

Il problema dei boschi italiani

Le meraviglie dei boschi italiani. Guida sentimentale al patrimonio forestale è il titolo del bel e imperdibile libro di Alessandro Cerofolini (edito da Altra Economia), un dirigente della Direzione generale delle foreste e direttore degli alberi monumentali e dei boschi vetusti d’Italia.
 
Appassionato di alberi e di foreste, Alessandro ci parla dei nostri boschi, i più belli d’Europa: 11 milioni di ettari di bosco, pari circa al 37 per cento del territorio nazionale.
 
Sappiamo poco di boschi, ne parliamo solo d’estate perché ci sono gli incendi, a stento sappiamo riconoscere una latifoglia da una conifera, figurarsi se ci applichiamo nel riconoscimento della singola specie.
 
Un gran peccato, perché abbiamo bisogno di questo patrimonio di conoscenze, altrimenti non sappiamo come gestire, scusate la ripetizione, il patrimonio boschivo, anzi non lo riconosciamo nemmeno come “patrimonio”.
 
Ma i boschi sono anche un patrimonio sentimentale, e aggiungerei una macchina del tempo. Ci indicano ere geologiche, sommovimenti vari, cambiamenti climatici, ma poi soprattutto, a proposito di sentimenti come suggerisce Alessandro Cerofolini: “Portate un bambino nel bosco e lo renderete libero e felice. Portate un adulto nel bosco e ritroverà il bambino che è in lui”.
 
Passeggiare nei boschi fa bene, si respira meglio, anzi si impara a respirare (i boschi sono la fabbrica dell’ossigeno), altro che meditazione e costosi corsi per concentrarsi sul respiro. In un bosco, poi, si attivano tutti i sensi: gli occhi alla vista del verde si rilassano, le orecchie si rallegrano al canto degli uccelli, il profumo del sottobosco è indimenticabile.
 
Sensazioni costruttive che tuttavia non sono ben puntellate, perché i nostri boschi rischiano, perché sono poco o mal gestiti. Difatti, per la solita ironia, siamo l’unico paese al mondo a essersi privato di un Servizio tecnico forestale.
 
E i risultati si iniziano a vedere, non solo per gli incendi boschivi fuori controllo per giorni (con il Corpo forestale dello Stato gli incendi venivano spenti in giornata) o per l’aumento dei boschi abbandonati e del bracconaggio della fauna selvatica, ma anche per la mancanza di piantine forestali da destinare alla creazione di boschi urbani nelle grandi città sulla base di progetti finanziati dall’Unione Europea o per il rimboschimento di aree forestali danneggiate da tempeste o andate a fuoco.
 
Parliamo di meravigliosi e problematici boschi italiani, cerchiamo di capire cosa c’è, cosa manca e cosa rischiamo di perdere: ne va del nostro respiro.