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 2023  aprile 16 Domenica calendario

Cinquecento giorni sotto terra

Dopo aver trascorso 500 giorni da sola in una caverna buia a 70 metri sotto la superficie terrestre vicino a Motril, Beatriz Flamini avrebbe voluto mangiare il pollo arrosto con patate che aveva tanto sognato, invece si è ritrovata davanti una piccola folla che l’applaudiva e le faceva mille domande: «Mi aspettavo di uscire e fare una doccia, non che ci fosse tutto questo interesse», si è schermita lei. Il fatto è che la sua impresa è da record mondiale, l’unico precedente è quello del serbo Milutin Veljkovic, che nel 1970 trascorse 465 giorni in una grotta.
L’alpinista, 50 anni, è scesa nel sottosuolo sabato 20 novembre 2021, tre mesi prima che la Russia invadesse l’Ucraina e ne è uscita venerdì scorso alle nove di mattina. In una dichiarazioni alla radio Cadena ser, ha ammesso che l’avvenimento che l’ha sorpresa di più è stata la morte di Elisabetta. A monitorare il suo «soggiorno» un team di scienziati delle Università di Almería, Granada e Murcia, che ha studiato come solitudine e privazioni agiscano sulla mente e sul corpo umano. Lei, in verità, ha detto di essersi trovata «molto bene con sé stessa» tanto che non voleva nemmeno uscire. Fino al 65simo giorno è riuscita ad avere la cognizione del tempo, poi non più.
Nel periodo trascorso sottoterra, l’atleta non ha avuto contatti diretti con altre persone: periodicamente si recava in un punto intermedio, dove riceveva il cibo e lasciava le sue feci e altri rifiuti da rimuovere. Le sue principali occupazioni sono state «leggere, scrivere, disegnare, lavorare a maglia, esistere e divertirsi». Il «soggiorno» è stato interrotto per circa 8 giorni poco oltre la metà della sfida, a causa di un guasto al router tramite il quale mandava informazioni all’esterno (ma senza riceverne). In attesa che il problema si risolvesse, l’alpinista è rimasta isolata in una tenda montata a fianco della cavità. Una delle principali difficoltà affrontate, ha raccontato, è stata dover fare i conti con le mosche che avevano invaso la grotta. «È stato molto complicato liberarsene».
Dal classico Robinson Crusoe, di Daniel Defoe, a Cast Away, diretto da Robert Zemeckis e interpretato da Tom Hanks, la letteratura e il cinema hanno mostrato personaggi in assoluta solitudine che hanno evitato la follia parlando ad alta voce con sé stessi. Beatriz, invece, assicura di non averlo fatto, «anche se di tanto in tanto lanciavo un ululato». «La grotta è stata gentile con me», confessa. Ma c’è anche chi avanza dubbi sull’impresa. «È qualcosa di incredibile, estremamente difficile», ha detto a La Vanguardia lo speleologo Cecilio López Terzo, che nel 2014 ha trascorso 12 giorni intrappolato in Perù. «È incredibile, mi vengono in mente molte domande», ha aggiunto il suo collega Miguel Caramés, membro del Grupo de Espeleosocorro Gallego.
Dell’atleta e della sua sfida non si sapeva nulla fino a pochi giorni fa, quando sono stati avvisati alcuni media. Non un notaio, non un giudice del Guinness dei primati, nessuno. In effetti, il record non sarà ufficiale. «Non apparirà. Abbiamo chiesto il Guinness e ci hanno detto che, per certificarlo, doveva esserci sempre una guardia all’ingresso della grotta», spiega Elena Mera, portavoce del progetto Timecave di Flamini e parte di Dokumalia, la casa di produzione che sta realizzando un documentario sull’impresa.

LA STAMPA
Nicolas Lozito

nicolas lozito
«Per più di un anno e mezzo non ho parlato con nessuno, solo con me stessa». Sembra l’incipit di un romanzo. 500 giorni di solitudine: l’incredibile storia di Beatriz Flamini, atleta estrema spagnola, oggi cinquantenne, che è appena emersa da una grotta non lontano da Granada dopo 500 giorni di totale isolamento. Una prova di resistenza e un’avventura senza precedenti. È il nuovo record mondiale di sopravvivenza sottoterra. Imbattibile.
Quando è scesa giù, a settanta metri di profondità, in una cavità rocciosa grande come una stanza da letto, Beatriz aveva 48 anni. Non era scoppiata la guerra in Ucraina, la Regina Elisabetta era ancora viva («è la cosa che mi ha stupito di più», dice Beatriz), Messi inseguiva ancora il suo sogno Mondiale con l’Argentina. Il gioco potrebbe proseguire: Draghi, Bolsonaro, Merkel. Non sapevamo cosa fosse Chat GPT e nessuna minestra era stata lanciata sulle opere d’arte. In questi 500 giorni non ha avuto nessuna – nessuna! – notizia dalla superficie. «Sono ancora ferma al 21 novembre 2021», ha detto venerdì appena è riemersa. «Non so nulla del mondo». Il nostro giornale, quella lontana domenica di novembre, titolava: "In arrivo il super green pass".
È impossibile immaginarci come si possa vivere intrappolati volontariamente così a lungo. Il precedente record di sopravvivenza, purtroppo non volontario, era detenuto dai i minatori cileni e boliviani intrappolati per 69 giorni in una miniera, nel 2010. Qual è la prima domanda che faremmo noi una volta riemersi dopo quasi due anni? Beatriz ha fatto la richiesta più semplice del mondo: «Posso fare una doccia? Poi vi racconto tutto» ha detto. Amici e colleghi la reggevano in piedi, «perché ho perso il senso dell’equilibrio».
L’atleta, un’alpinista professionista, ha resistito con pochissimo: cibo in scatola e liofilizzato, mille litri d’acqua per idratarsi e 60 libri (non sappiamo quali ha scelto, ma viene da chiedersi: "E noi quali porteremmo?"). Beatriz però non ha solo letto: ha fatto attività fisica, ha disegnato e lavorato a maglia.
Nonostante lei non avesse contatti con la superficie, c’era chi la monitorava a distanza: scienziati e medici che controllavano il suo stato di salute. Nell’intricato ventre della montagna dove ha preso residenza c’era una caverna intermedia: lì avvenivano gli scambi, senza mai entrare in contatto diretto. I suoi 500 giorni sono stati anche un esperimento per il progetto "Timecave", dedicato agli effetti psicologici dell’isolamento. La sua esperienza diventerà presto anche un documentario tv.
Ci sono stati momenti difficili che l’hanno fatta vacillare. Un’invasione di mosche e moscerini: «Ero coperta di insetti, non sapevo più come fare». Ci si è messo pure il calendario: «Dopo circa due mesi non sono più riuscita a tenere il conto: avevo completamente perso il senso del tempo, pensavo di essere dentro da 160-170 giorni invece ne erano passati appena 60». La sfida più grande però è stata il silenzio e la solitudine . Ha sofferto allucinazioni uditive, tanto da dover uscire per alcuni giorni nel 2022 e rimanere comunque isolata in una tenda. Ma al netto dei problemi, il bilancio rimane positivo: «Un’esperienza eccezionale. Imbattibile», ha detto ieri.
Così Beatriz ci ha mostrato l’altro lato del mito della caverna. Non quello platonico, ma un nuovo mito, dove la realtà è chiusa dentro e appare solo per una singola persona. Una donna che resiste nel centro esatto di un buco nero, senza mai implodere. Il mondo là fuori prosegue e quello di Beatriz si ferma. E viceversa. Sono passati i governi, scoppiate le guerre e lei è rimasta lì. Con il suo uncinetto, i suoi libri e l’universo silenzioso dei suoi pensieri.