Corriere della Sera, 16 aprile 2023
Biblioteche e musei aperti di notte
C’era una volta l’Italia dei lavoratori-studenti, con i corsi serali e le conquiste (nel 1973) delle famose «150 ore», cinquant’anni dopo si parla raramente degli «studenti lavoratori», c’è un po’ di «alternanza scuola lavoro» e le fasce serali sono quasi del tutto scoperte. Infatti, per capire come cambia il nostro Paese, guardiamo all’organizzazione di musei, biblioteche, scuole. Ed è difficile l’accesso nelle ore del giorno se tutto coincide. Un incontro con gli studenti del serale di un istituto tecnico di Finanza e Marketing di Salerno ci dà modo di riflettere sulla formazione degli adulti. La pandemia ha mostrato come sia possibile organizzare lezioni e attività culturali online, ma allo stesso tempo ha fatto sentire bisogni sociali di luoghi fisici, quelli più a lungo chiusi come sale e aule. La tecnologia può rappresentare un’opportunità per garantire l’accesso alla cultura anche al di fuori degli orari tradizionali, i quali però vanno assolutamente rivisti.
La cultura va resa accessibile a partire dall’estensione degli orari che oggi come oggi pesa più del fattore gratuità.
L’Italia che riuscisse ad aprire biblioteche e musei anche la sera, risponderebbe alla maggior parte degli obiettivi previsti nel Next Generation.
Del resto c’è un precedente, la mostra su Raffaello alle Scuderie del Quirinale a Roma, inaugurata il 5 marzo 2020 e chiusa al pubblico due giorni dopo, con il primo lockdown. L’esposizione riaprì tre mesi dopo con nuovi orari, inizialmente le visite si estendevano fino all’una di notte, negli ultimi tre giorni fu no stop (andarono via subito le prenotazioni delle tre e delle cinque del mattino). Prendiamo questa buona notizia da quell’annus horribilis. Antonello Venditti cantava «otto e venti, prima campana» ma qualcuno ha iniziato a conoscere orari sfalsati e le biblioteche aperte di notte e il fine settimana, nelle feste, sono diventate un presidio di bene comune.