Domenicale, 16 aprile 2023
Fenomenologia dei gatti
Non c’è tristezza che uno dei miei gatti non sia riuscito a risollevare e non ci sono divani che uno dei miei gatti non abbia distrutto. Per mia fortuna, ho sempre avuto gatti molto pazienti, che non mi hanno coperta di graffi e morsi quando li ho arruolati, fin da piccola, come soggetti sperimentali facendo importanti scoperte. Camilla era specializzata negli agguati notturni, sapeva riconoscere al buio i piedi dei vari membri della famiglia e attaccava con perfidia solo i miei, se nudi con particolare piacere. Grigino, per un pugno di croccantini, si è lasciato addestrare alla scenografica performance del salto dell’ometto, non infuocato, ma un po’ slargato, perché negli ultimi anni aveva perso il suo punto vita. Amelia è una prima donna, quando siamo in vacanza al mare vuole fare vita notturna sui tetti, protesta vivamente ogni volta che le spiego che dopo le undici le gatte perbene non escono di casa e ha assunto un ruolo di primo piano nelle videoconferenze.
Ma non illudetevi che il vostro gatto non sappia dove siete o cosa state facendo, anche se sembra dormire tutto il giorno. Dei ricercatori dell’Università di Kyoto hanno pensato di sottoporre alcuni esemplari a esperimenti per sondare la combinazione delle loro abilità cognitive sociali e spaziali attraverso la rappresentazione mentale della posizione dei loro padroni. In un certo senso, sapere o immaginare dove possano trovarsi altri esseri viventi, anche se non visibili, è una capacità correlata al concetto di permanenza di un oggetto (per cui, per esempio, un libro non cessa di esistere solo perché riposto in un cassetto), che i bambini sviluppano nel corso dei primi due anni di vita e che anche animali non umani, come cani, gazze e orsi, hanno dimostrato di possedere a vari livelli.
Rappresentare nella mente dove siano conspecifici, prede o predatori è certo vantaggioso per garantirsi la sopravvivenza, soprattutto in condizioni di scarsa visibilità, in cui è necessario affidarsi principalmente a informazioni uditive. E se si tratta di avere orecchio, i gatti, si sa, sono imbattibili, con la sensibilità che vantano per un’ampia gamma di frequenze e decine di muscoli che permettono alle loro puntute orecchie di muoversi, indipendentemente, in tutte le direzioni.
Sulla base di queste premesse, i ricercatori giapponesi hanno voluto sperimentare con cinquanta soggetti felini diversi possibili scenari di mappatura mentale, usando come stimoli sonori delle registrazioni di voci umane, miagolii oppure rumori di controllo per valutare le loro reazioni di volta in volta. Due altoparlanti sono stati posizionati all’interno della stanza, dove venivano portati i gatti, in punti diversi, per esempio, uno dietro la porta e l’altro vicino alla finestra, ad almeno quattro metri di distanza tra loro.
Nel primo esperimento, la registrazione della voce del padrone veniva ripetutamente trasmessa dallo stesso altoparlante nella fase iniziale di familiarizzazione, per poi essere alternata attraverso le due casse con l’introduzione della voce di un umano estraneo.
Nelle fasi successive è stato ripetuto lo stesso metodo usando miagolii di gatti diversi oppure rumori elettronici come condizione di controllo. La scelta di rumori non sociali era in questo caso importante per stabilire un termine di paragone inanimato, dato che il senso di sorpresa per un eventuale teletrasporto dovrebbe essere maggiore per un agente animato, cioè un qualsiasi essere vivente, per il quale, com’è noto, non vale il dono dell’ubiquità.
Ma come si fa a valutare il senso di sorpresa in un gatto? Le reazioni, come negli umani, possono essere soggettive, ma in questo caso sono stati monitorati alcuni tratti comportamentali, come il movimento improvviso delle orecchie e il brusco cambiamento di direzione della testa, molto evidenti nei video degli esperimenti. I risultati hanno mostrato come il maggior sconcerto felino si sia registrato quando il suono familiare della voce del padrone veniva all’improvviso trasmesso da un altoparlante in una nuova posizione, come se magicamente il padrone si fosse spostato a loro insaputa. Nel caso degli esperimenti condotti con versi di conspecifici, i gatti sono invece apparsi più disorientati e non hanno dimostrato uguale nettezza nelle reazioni, probabilmente perché i soggetti adulti non tendono a emettere miagolii nelle interazioni con altri gatti, a meno che non si tratti di fare a botte o all’amore. Durante l’esperimento di controllo hanno solo espresso in modo consistente una generica sorpresa quando mutava la provenienza dei suoni elettronici trasmessi senza alcuna correlazione con la familiarità del suono.
Per riuscire a definire fino a che punto i gatti riescano a seguire e mappare il movimento dei loro padroni in casa sulla base dei soli stimoli uditivi saranno necessari altri esperimenti, quello che si può affermare con certezza è che i vostri gatti sanno dove siete, cosa state facendo e quanti croccantini riusciranno a estorcervi. I gatti lo sanno.