Corriere della Sera, 16 aprile 2023
Le ambizioni di Putin e Zelensky
A un lettore che mi ha chiesto quanto durerà la guerra ucraina, ho risposto di non potere fare previsioni perché ciascuno dei due contendenti (il presidente ucraino Zelensky e il presidente russo Putin) spera ancora di prevalere sull’altro e non ha alcuna intenzione di evitare una escalation, benché già ora molto pericolosa, con qualche concessione. Entrambi sono molto ambiziosi. Putin vuole creare una Russia imperiale in cui l’Ucraina sarebbe la perla della corona. Zelensky vuole dare al suo popolo una dignità internazionale, evitare che l’Ucraina appaia una sorella modesta della grande Russia. Non è sorprendente che nessuno dei due contendenti, in un tale contesto, accetterebbe di correggere le proprie attuali frontiere a favore dell’altro. Entrambi, con finalità diverse, appartengono alla storia di una Russia che ha sempre avuto, anche nella sua area d’influenza, le virtù e i vizi di una mentalità imperiale. Non vi è in questa vicenda nulla di nuovo. La creazione di un impero europeo fu il sogno di Pietro il Grande e di altri russi fino a Stalin. Come nell’Europa occidentale, anche in quella dell’Est, nemmeno i più ambiziosi sovrani riuscirono a impedire che formazioni tribali crescessero sino a divenire Stati nazionali slavi, più o meno indipendenti. Ma nell’epoca zarista la Russia poté comunque continuare a estendere la sua autorità e, dopo la Rivoluzione d’Ottobre, a fare con il comunismo una serie di conquiste ideologiche in Europa e nelle Americhe. Oggi il comunismo ha perduto una buona parte della sua originale attrazione, ma i russi non hanno mai smesso di avere anche una fede religiosa (il cristianesimo ortodosso) che conferisce alle loro ambizioni politiche una sorta di giustificazione spirituale. Il comunista Putin non ha esitato a fare del cristianesimo ortodosso una religione di Stato. Ma la maggiore autorità religio-sa del Paese (il patriarca Kirill) non ha esitato a divenire, per compiacere Putin, una sorta di cappellano militare; e non ha esitato a benedire con la sua presenza la tradizio-nale parata militare del 9 maggio. Papa Francesco non ha esitato a definirlo «chierichetto di Putin».