La Stampa, 15 aprile 2023
La sorella di Alemanno e la poltrona in Consob
Cosa c’entra Gabriella Alemanno con la Consob? Nei corridoi della Commissione che controlla la Borsa, si respira un certo scetticismo rispetto alla designazione della sorella dell’ex sindaco di Roma a nuova commissaria. C’è chi fa notare il curriculum non proprio aderente ai compiti previsti da ruolo: «È stata una dirigente di medio livello dell’Agenzia delle entrate, in passato al Demanio, con nessuna competenza in materia di mercati finanziari», è il ragionamento che provoca malumori. Accompagnati dai dubbi sulla sua effettiva indipendenza nello svolgimento del delicato incarico, «per il quale si è spesso oggetto di sollecitazioni esterne». Pesa, poi, il confronto con l’altro neo commissario designato, cioè Federico Cornelli, sicuramente più a suo agio nella parte: finora responsabile delle relazioni istituzionali dell’Abi (l’associazione delle banche), in passato già impegnato in Consob, dove si era occupato di analisi finanziaria ad alti livelli. Ma, è inutile negarlo, le alzate di sopracciglio sono provocate anche dal sospetto che la scelta di Gabriella Alemanno sia dettata da logiche politiche, vista la storica militanza a destra del fratello Gianni. Un sospetto simile a quello suscitato dal recente ingresso della sorella di Alemanno nel consiglio di amministrazione di Ita Airways, anche lì senza particolare esperienza in materia di trasporto aereo. Per la verità, però, i rapporti di Gianni Alemanno con gli ex amici missini negli ultimi mesi si sono piuttosto incrinati, a causa delle critiche dell’ex sindaco sull’invio delle armi in Ucraina: tema su cui è più vicino a Giuseppe Conte che a Giorgia Meloni.
La premier, comunque, ha puntato sul nome Alemanno per la Consob, avviando l’iter di nomina, che ora prevede il parere (obbligatorio, ma non vincolante) del Parlamento, con le commissioni Finanze di Camera e Senato che potrebbero anche decidere di convocare in audizione la commissaria designata. Poi, di solito nel giro di un paio di mesi, la proposta di nomina arriverà sul tavolo del presidente Mattarella, che deve firmarla, senza che in Consob abbiano alcuna voce in capitolo. D’altra parte, non dovrebbero emergere incompatibilità, visto che Alemanno, 68 anni a luglio, dopo l’ultimo incarico da direttore regionale dell’Agenzia delle entrate in Campania, è andata in pensione. Per entrare in Consob, comunque, dovrà lasciare la poltrona nel cda di Ita.
Quanto alla presunta incompetenza, non è certo la prima polemica che affronta nella sua lunga carriera da funzionaria dello Stato. Dieci anni fa era stata anche indagata, e poi sotto processo, per abuso d’ufficio, accusata di aver fatto pressioni, in qualità di vicedirettrice dell’Agenzia delle entrate, per evitare a un’amica di pagare una quota di cartelle esattoriali da circa 80 mila euro. Una vicenda da cui è uscita assolta in tribunale. In precedenza, invece, quando dirigeva la vecchia Agenzia del Territorio (nominata nel 2008 dal governo Berlusconi), si era ritrovata nella bufera per aver esagerato con le spese di rappresentanza, strisciando la carta aziendale: oltre un milione e mezzo di euro tra pranzi, cene, regali e gioielli. Anche in quell’occasione, la signora Alemanno se l’era cavata senza conseguenze, continuando a collezionare incarichi pubblici. Quella sì una sua competenza indiscutibile, checché ne dicano alla Consob.